“Test sierologici per tutti, lo ripeterò fino a quando non sarà chiaro che si tratta dell’unica via percorribile per la una ripartenza quanto mai urgente. Grazie ai test possiamo individuare con certezza chi ha gli anticorpi contro il Covid-19, chi non ha immunità e non è malato, chi può riprendere la propria attività e chi invece è malato, anche se asintomatico: in questo modo possiamo fare ripartire tante attività e fermare con l’isolamento obbligatorio i malati. La Fase 2 passa necessariamente da qui”. Così Simona Vietina, parlamentare di Forza Italia e sindaco di Tredozio (FC).
“C’è poi un altro fronte importante – incalza la deputata azzurra – e che sarà oggetto di una mia prossima interrogazione parlamentare: il tema dei tributi locali come IMU, TARI e altri che, come annunciato da alcuni organi di stampa, nel decreto di fine aprile saranno sospesi fino al 30 novembre. A decidere dovrebbero essere i singoli enti, consentendo contemporaneamente la compensazione della liquidità differita con un intervento alla Cassa depositi e prestiti a favore dei soggetti impositori. Se quanto riporta la stampa dovesse essere vero anche nella formulazione letterale dell’articolo, la preoccupazione che emerge evidente, è che tale regime di favore sia riservato unicamente al caso della Tari – tributo e non anche alla tariffa puntuale sui rifiuti che, non avendo natura tributaria ma di corrispettivo riscossa dal gestore, ne risulterebbe esclusa.
Si potrebbe verificare la discriminazione tra territori in quanto alcuni godrebbero del beneficio ed altri no; le misure del governo, invece, devono garantire a tutti i cittadini lo stesso trattamento, indipendentemente dalla natura formale dell’entrata riferita ai rifiuti. I singoli comuni stanno già spostando le scadenze vicine, specialmente per la Tari, in attesa che il governo dia le direttive sulla possibilità di diluire ulteriormente tempi e pagamenti”.
“Sono convinta che lo Stato – conclude Vietina – debba studiare e adottare tempestivamente modalità atte a sollevare le aziende chiuse e i cittadini in difficoltà dall’onere di sostenere costi fissi come la Tari, senza per questo gravare sui comuni che, a loro volta, non hanno la forza economica di sopperire. Di certo non è pensabile poter risolvere il problema limitandosi a consentire di approvare le tariffe dell’anno precedente”.