36 maiali uccisi per testare il farro, una campagna contro la vivisezione

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MaialiROMA – Animal Amnesty lancia la campagna “La vivisezione nel piatto” con lo scopo di “smascherare il business tentacolare della vivisezione che si sta infiltrando in un nuovo e redditizio settore: l’alimentazione umana. Infatti sempre più alimenti definiti “funzionali” destinati al consumo umano sono stati immessi sul mercato dopo essere stati testati su animali“.
Nel lancio di questa campagna, Animal Amnesty smaschera un esperimento realizzato all’Università di Bologna, cofinanziato dall’Unione Europea e da un’azienda di prodotti biologici (Prometeo) con lo scopo di mettere a punto farine integrali di farro e prodotti da forno arricchiti con ferro.
Il progetto è costato 1.311.748,80 € ed è cofinanziato dall’Unione Europea per 874.000 €.
Nella sua prima fase il progetto ha ucciso 36 suini.
“Agli animali, sottoposti a sperimentazione sin dalla nascita, era stata indotta una anemia ferropriva: i
 maiali hanno subito prelievi costanti tramite un catetere permanente alla giugulare”, informa una nota.
Animal Amnesty con questa campagna lancia una petizione per chiedere al Ministero della Salute nuove linee guida che vietino in via chiara e definitiva i test sugli animali nel valutare le proprietà degli alimenti destinati al consumo umano.
Questi esperimenti, infatti, non sono obbligatori per legge, ma vengono realizzati con il solo scopo di poter apporre informazioni salutari sulle confezioni dei prodotti.
Animal Amnesty si augura che il Ministero possa presto recepire le sue richieste “e vietare quindi i test “in vivo” in ambito alimentare perché essi riteniamo siano un inganno nei confronti del consumatore, che acquista un prodotto, ignaro che per la sua “messa a punto” siano stati sacrificati degli animali”.
Per ogni ulteriore informazione, immagini e video (compresi i video dei maiali stabulati all’Università di Bologna) il sito web della campagna è www.vivisezionenelpiatto.it.