Uovo di Pasqua: origine, significato e tradizioni

988

uova di pasqua

L’uovo é visto come simbolo di vita e di rinascita sin dall’antichità mentre l’usanza di scambiarselo in dono risale al Medievo

Al cioccolato: fondente o al latte o bianco. Nocciolato o decorato, artigianale o industriale, oggi anche ripieno al tiramisù. Con le sorprese più svariate, accompagnato da messaggi o dedico. L‘uovo di Pasqua non può mancare sulle tavole degli italiani. Quest’anno, in piena emergenza per Coronavirus, é scattata una vera e propria corsa per accappararselo: c’è chi ha fatto code davanti al supermercato pur di portarlo a casa, chi ha optato per inserirlo nella spesa online, chi è ricorso alla consegna a domicilio e chi addiritura chi, impovvisandosi pasticciere, ha provato a farlo.

Ma vi siete mai chiesti da dove deriva questa usanza? La scelta dell‘uovo come simbolo della Pasqua ha origini molto antiche. Le uova, infatti, hanno spesso rivestito il ruolo del simbolo della vita in sé, ma anche della sacralità. Secondo alcune credenze del passato, rappresentava l’unione del cielo con la terra, mentre gli antichi Egizi consideravano l’uovo come il fulcro dei quattro elementi dell’universo: acqua, aria, terra e fuoco.

Nelle tradizioni pagane l’uovo si accompagnava al significato di rinascita, in particolare con riferimento al sopraggiungere della primavera, periodo dell’anno in cui la natura rifioriva dopo l’inverno ed in cui la terra tornava ad essere fertile. Gli antichi Romani erano soliti sotterrare un uovo dipinto di rosso nei campi coltivati in modo da propiziarne la fertilità. Tra gli antichi Persiani era diffusa la tradizione dello scambio di semplici uova di gallina all’avvento della stagione primaverile, seguiti nel tempo da altri popoli antichi quali gli Egizi, i quali consideravano il cambio di stagione una sorta di primo dell’anno, i Greci e i Cinesi.

Il Cattolicesimo riprese le tradizioni che vedevano nell’uovo un simbolo della vita, rielaborandole nella nuova prospettiva del Cristo risorto. L’uovo infatti somiglia a un sasso e appare privo di vita, così come il sepolcro di pietra nel quale era stato sepolto Gesù. Dentro l’uovo c’è però una nuova vita pronta a sbocciare da ciò che sembrava morto. In questo modo, l’uovo diventa quindi un simbolo di risurrezione.

L’abitudine di scambiarsi in dono delle uova in occasione della Pasqua ebbe inizio in Germania ma si sviluppò nel Medioevo come regalo alla servitù. Nello stesso periodo prese campo anche una nuova tradizione: la creazione di uova artificiali fabbricate o rivestite in materiali preziosi quali argento, platino ed oro, destinate agli aristocratici ed ai nobili.

L’usanza dell’uovo decorato è invece dovuta all’orafo Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar il compito di preparare un dono speciale per la zarina Maria; l’orafo creò per l’occasione il primo uovo Fabergé, un uovo di platino smaltato di bianco contenente un ulteriore uovo, creato in oro, il quale conteneva a sua volta due doni: una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino d’oro.