A tu per tu con l’attore italo-inglese Vincent Riotta

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vincent riotta attore

Attore di calibro internazionale, protagonista in televisione e al cinema, recentemente ha vinto il premio “Vincenzo Crocitti”

ROMA – Vincent Riotta è uno di quei personaggi che non hanno bisogno di presentazioni. Nato a Londra da genitori italiani, formatosi alla Royal Academy of Dramatic Art di Londra, è un attore di calibro internazionale. Protagonista sul piccolo e sul grande schermo, ha lavorato con registi di fama mondiale come Ron Howard, John Madden, Tom Tykwer e Billie August per citarne alcuni. Recentemente ha ricevuto il premio Vincenzo Crocitti come Attore Internazionale alla Carriera Cinematografica.

Vincent Riotta fa parte dell’organizzazione del The Mac Live Management di Antonio Moccia. Nei de “L’Opinionista” lo abbiamo incontrato per farci raccontare direttamente le sue esperienze. Ecco cosa ci ha detto.

Quando nasce la sua passione per la recitazione?

Il mio primo ruolo era come OGISAN, un vecchio giapponese di 102 anni. Avevo 9 anni. Non mi ricordo altro che un applauso inaspettato. Sa quel momento sono diventato un attore, non particolarmente bravo ma sicuramente mi sono innamorato del palcoscenico. E ho continuato a seguire quella strada nei 52 anni succcesivi!”.

Nel 1982 ha vinto il Premio come migliore attore più promettente per il ruolo di Al Capone nel film “A little Worm”. Cosa ricorda del suo esordio?

Stranamente e per coincidenza, il film l’ha girato un regista amico che abitava a Londra ma adesso vive a Los Angeles e a novembre, interpreterò un altro ruolo per il suo prossimo film! Nel 1982 ho vinto miglior attore al Royal Academy of Dramatic Art”.

Quale è stata l’esperienza più significativa della sua carriera?

Allora, é difficile dire esattamente. Sono due in effetti. Uno é ‘Sotto il Sole della Toscana’, con Raoul Bova e Diane Lane; il film é arrivato al numero uno nel box office americano. E la gente che ha visto il film tuttora mi riconosce e apprezza il mio ruolo e, soprattutto, il film. Questo grazie a Audrey Wells, la scrittrice e regista fantastica, che purtroppo è mancata troppo presto, recentemente L’altro è ‘Il Capo dei Capi’, nel ruolo di Buscetta; dopo tutti questi anni, ancora la gente ne parla, che soddisfazione! Tutti i protagonisti saranno sempre orgogliosi di avervi preso parte”.

Cosa ha significato per lei ricevere il Premio Crocitti?

“Ero molto fiero di riceverlo ovviamente ma le persone che me l’hanno dato sono bellissime persone… Grazie a Francesco Fiumarella…”.

Come si prepara per calarsi nel nel personaggio che deve interpretare?

La prima cosa è di essere rassegnato che mi devo impegnare totalmente… ci vuole disciplina e anche coraggio… Poi, lavoro con la tecnica che mi funziona, le 5 regole d’oro… É duro ma è anche bellissimo…”.

Quali sono i suoi progetti futuri?

“Spero di continuare a fare l’attore fino ai miei ultimi giorni…creare ti dà vita. Ho progetti che per adesso non posso annunciare, dove faccio dei bei ruoli e poi insegnerò corsi in America, Indonesia e Italia. Sto scrivendo una sceneggiatura di cui farò la regia…a 61 anni….devo sbrigarmi per realizzare i miei sogni!”.

Ha lavorato con registi del calibro di Ron Howard, John Madden, Tom Tykwer e Billie August per citarne alcuni: se dovesse scegliere il prossimo, sarebbe?

“Allora, sono stati tutti meravigliosi ma ovviamente non finiscono mai i miei sogni, quindi, Coppola, Scorsese, Spielberg, ecc. ecc…”.