Bagnai: “L’interdizione dall’uso di un conto corrente condanna alla morte civile la persona che ne è colpita”

70

ROMA – Stop alle chiusure unilaterali da parte delle banche dei rapporti di conto corrente. È stato depositato alla Camera dei Deputati il disegno di legge 1240 su “Disposizioni in materia di utilizzo ed erogazione del rapporto di conto corrente”, che riprende il ddl Siri il cui iter era stato interrotto dalla fine anticipata della precedente legislatura. A darne notizia è il deputato e responsabile economico della Lega, Alberto Bagnai, primo firmatario del progetto. Il disegno di legge nasce dalle segnalazioni di cittadini che si sono visti chiudere il rapporto di conto corrente, pur in presenza di saldi attivi, trovandosi così nell’impossibilità di effettuare o ricevere pagamenti con gli usuali canali elettronici (Bancomat, bonifico, ecc.).

“In un contesto normativo che impone l’uso della moneta elettronica”, spiega il deputato Alberto Bagnai, “l’interdizione dall’uso di un conto corrente condanna alla morte civile la persona che ne è colpita, rendendola un “apolide finanziario”, privo di diritti costituzionalmente garantiti, a partire da quello di ricevere una retribuzione per il lavoro svolto. Va fatta una seria riflessione su quanto una sanzione così afflittiva sia proporzionata, anche considerando che le segnalazioni interbancarie possono scattare a causa di errori giudiziari o di altri fatti indipendenti da una volontà criminosa nella persona colpita.”

Quando viene chiuso un conto corrente al cittadino viene consegnato un assegno circolare, che per essere convertito in liquidità necessita di essere depositato in un conto corrente. In ogni caso, nel quadro normativo attuale, anche se avesse un saldo attivo sul conto corrente e riuscisse a farlo liquidare in contanti, alla chiusura del conto il correntista si troverebbe nella paradossale situazione di non poter usufruire del proprio denaro per effetto della normativa sulle limitazioni di contante.

“L’iniziativa economica privata è libera ma, ci ricorda la Costituzione, non può svolgersi in modo da recare danno alla dignità umana”, conclude Alberto Bagnai, “Privare di fatto una persona del diritto al lavoro, alla retribuzione, alla mobilità, al sostentamento, attenta alla sua dignità. Pur coi necessari presidi, volti a scongiurare che l’accesso a un conto bancario sia il presupposto di comportamenti delittuosi, è indispensabile che nel mondo della moneta bancaria l’uso di questa infrastruttura sia garantito come in quello della moneta fisica era garantito l’accesso al circolante. Le infrastrutture elementari di pagamento (conti correnti bancari), se pure esercitate in regime privatistico, assolvono a una finalità sociale che non può essere dimenticata”.