PADOVA – Il ministero dell’Università e della Ricerca intende continuare a investire sulle tecnologie dei farmaci a Rna, considerati “la nuova frontiera della medicina”: lo ha detto il ministro Anna Maria Bernini durante la visita al Complesso Vallisneri dell’Università di Padova, sede di uno degli hub scientifici più avanzati del Centro nazionale per lo sviluppo di terapia genica e farmaci a Rna, rete finanziata dal programma NextGeneration Eu nell’ambito del Pnr e che comprende 32 università e istituti di ricerca e 13 aziende private.
“Il ministero dell’Università e della Ricerca ha scelto di puntare e continuerà a investire su queste tecnologie – ha detto ancora Bernini riferendosi ai farmaci a Rna – per costruire una sanità più avanzata, personalizzata e accessibile”.
“Il Centro nazionale di Padova – ha proseguito – è un’eccellenza capace di attrarre ricercatori e scienziati, un hub strategico dove il sapere accademico incontra l’innovazione industriale, trasformando le scoperte scientifiche in terapie e soluzioni concrete per la salute”. Ad accogliere il ministro la rettrice dell’Università di Padova Daniela Mapelli e il presidente del Centro Rosario Rizzuto.
“Questa infrastruttura, così come quelle degli altri partner del Centro Nazionale, nasce – ha detto Rizzuto – da una visione ambiziosa: costruire una rete integrata di competenze, tecnologie e infrastrutture per fare dell’Italia un punto di riferimento internazionale nella ricerca sulle terapie genica e sui farmaci Rna”.
La medicina, ha proseguito, “sta evolvendo verso una comprensione molecolare sempre più precisa delle malattie, rivelando un numero sempre crescente di bersagli terapeutici. Il modello farmaceutico tradizionale, basato su molecole sviluppate singolarmente con tempi lunghi e costi elevatissimi, non è più sostenibile per un sistema sanitario universale” e “serve un nuovo paradigma e i farmaci a Rna offrono la risposta essendo progettabili rapidamente e in grado, teoricamente, di colpire qualunque gene o mutazione”.
Tra i risultati ottenuti dal Centro nei primi tre anni di attività ci sono la facility di Napoli (dove il Centro nazionale sta investendo circa il 41% dei fondi stanziati dall’Ue), la rete di facility tecnologiche avanzate accessibili ai ricercatori di tutta Italia, come quelle di ospedale Bambino Gesù, Tiget e Fondazione Tettamanti, la start up Sinerise Therapeutics e la piattaforma diagnostica Diana, che può eseguire oltre 60 esami in 15 minuti con l’obiettivo di personalizzare le cure e monitorare l’efficacia delle terapie in tempo reale.