Bettino Craxi rivive sul grande schermo in ‘Hammamet’

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ROMA – Uscirà giovedì 9 gennaio, nelle sale cinematografiche, il film di Gianni Amelio “Hammamet”, un racconto che ricostruisce gli ultimi anni di vita dello storico leader del Partito Socialista Italiano, Bettino Craxi. Gianni Amelio racconta gli ultimi giorni di Bettino Craxi a Hammamet, nella sua casa-fortezza con moglie e figlia.

Per fare questo si affida al talento istrionico di Pierfrancesco Favino, che grazie a un trucco prodigioso (5 ore al giorno), è identico all’ex leader socialista morto vent’anni fa. C’è la politica in questo film, ovviamente, ma nessuna presa di posizione o volontà di esprimere un’opinione sulla vicenda storica dell’ultimo grande leader della Prima Repubblica, morto da esule politico in Tunisia.

Prodotto dalla Pepito di Agostino e Maria Grazia Saccà con Rai Cinema, “Hammamet” ha raccontato il regista Gianni Amelio, è nato un po’ per caso: “Saccà, che ha il pallino di Cavour, mi aveva proposto un film che approfondisse il suo intenso rapporto con la figlia e a me si è accesa la lampadina. Per liberarmi del pericolo Cavour gli ho proposto di concentrarci sul rapporto tra Bettino e sua figlia Stefania e mi ha preso sul serio”, ha scherzato.

Nel film però la figlia di Craxi non ha il suo vero nome ma si chiama Anita, in omaggio a Garibaldi, verso cui Craxi nutriva una grande passione storica, ed è uno dei pochi personaggi del film dotati di nome, seppur fittizio: nonostante l’identificazione totale di Piefrancesco Favino (quasi un sosia) il leader non è mai chiamato con il suo nome (solo “il presidente”), Bobo Craxi è “il figlio del presidente”, l’amante interpretata da Claudia Gerini è innominata, così come l’onorevole democristiano che va a trovare Craxi ad Hammamet.

Anche Di Pietro, cui Craxi fa riferimento più volte (“Lui ha tuonato contro i giudici tutta la vita, sarebbe stato un falso storico non farlo vedere ma si parla anche delle sue condanne in giudicato”, puntualizza Amelio), non viene mai nominato, così come Ciriaco De Mita, nel film preso in giro dall’ex leader socialista per l’accento.

“I nomi non ci si sono, perché si conoscono fin troppo e perché non ho voluto fare cronaca”, ha proseguito il regista, “ma anche perchè non mi piace sentire i nomi, l’ho sempre evitato in tutti i miei film: un dialogo con un “Ciao Bettino come va la salute” non è nelle mie corde”. Il regista ha spiegato anche di non aver voluto identificare il politico Dc che va in visita ad Hammamet “perché fa riferimento a tre diversi ex onorevoli”. Il Craxi di Amelio è anche quello che sostiene che “se una persona sta male la devi aiutare, ma non puoi farlo se sei un politico perché il politico deve aiutare tutti”.

Il Craxi di Amelio, insomma, è un uomo orgoglioso che si sente il capro espiatorio del sistema travolto da un’inchiesta giudiziaria (“che non funziona visto che secondo i magistrati tutti hanno preso soldi meno il principale partito dell’opposizione”, sostiene) e che deve combattere contro il male che lo sta minando piano piano. Un uomo, a ben vedere, sconfitto. Con una moglie (Silvia Cohen) che gli sta vicino non si sa bene perché, una figlia (che qui si chiama Anita ed è interpretata da Livia Rossi) che lo accudisce come un’amante e un’ex amante (Claudia Gerini) che non si rassegna a essere stata abbandonata quando è andato in Tunisia.

Nel film Amelio inserisce la figura di Vincenzo Sartori, un funzionario socialista (Giuseppe Cederna) che nel momento della riconferma plebiscitaria nel 1989 alla guida del Psi lo avverte che qualcuno sta indagando sul sistema di corruzione nel mondo politico. “La Chiesa ha sempre preso soldi nei secoli e nessuno ha mai detto niente”, risponde Craxi interpretato da Favino. “Ma noi non siamo la Chiesa”, la risposta dell’amico, “siamo i cani che ci sono entrati. E con i cani si usa il bastone”. In seguito, lo stesso funzionario scrive in una lettera recapitata al Presidente dal figlio di Vincenzo Sartori, Fausto (Luca Filippi): “Davvero non sapevi che il morbo è diventato epidemia?”.

La federazione romana del Psi ha organizzato un dibattito e la proiezione del film, giovedì 9 gennaio alle ore 17.30 presso il Nuovo Cinema Aquila (Via l’Aquila 66) a Roma, alla presenza del segretario del Psi Enzo Maraio, Bobo Craxi, Ugo Intini, storico portavoce del Psi e Andrea Silvestrini, segretario della federazione metropolitana di Roma. I giornalisti sono invitati a partecipare.