Come educare i bambini all’autonomia, istruzioni per i genitori: intervista ad Adelia Lucattini

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ROMA – Educare i bambini all’autonomia, un ruolo fondamentale per i genitori, che devono affiancare il loro bambino, aiutandolo e accompagnandolo passo dopo passo, nelle sue diverse fasi di crescita, consentendogli in tal modo, di affinare le competenze necessarie per sviluppare la sua autonomia. Ma quali comportamenti, in particolare, da parte dei genitori, possono incoraggiare l’autonomia dei bambini? Perchè è importante l’autonomia? In che modo è possibile stimolarli a fare da soli? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della SPI, Società Psicoanalitica Italiana e dell’International Psycoanalytical Association.

Dottoressa Lucattini, può spiegare come è possibile sviluppare l’autonomia del bambino?
L’autonomia è sia un processo di maturazione psicologica che un processo educativo favorito dai genitori. I genitori hanno il compito e il piacere di educare i propri bambini all’autonomia e progressivamente anche all’indipendenza. Come afferma Roger Money-Kyrle “lo sviluppo di una base, a partire dall’incontro con il seno, verso la madre come persona intera e poi verso la coppia di genitori, fino all’idea di una casa, di un paese a cui appartenere e così via”. John Bowlby specifica che l’autonomia ha tra le sue caratteristiche la capacità di affrontare la realtà che dipende dalla capacità di interiorizzare una base sicura.

Quanto contano secondo Lei la motivazione, il saper infondere fiducia e sicurezza nei bambini?
La fiducia in sé stessi e la sicurezza nei bambini non è dovuta semplicemente a elementi educativi ovvero a gratificarli quando fanno delle cose ben fatte a ad accettare che possano commettere dei piccoli errori correggendoli con affetto e benevolenza ma soprattutto è importante che i bambini possano sentirsi amati. In tutte quelle attività, nelle quali le mamme e i papà si occupano del loro bambino: dal nutrirlo quando ha fame, al coprirlo quando ha freddo, al gesto di coccolarlo quando si sente triste, al consolarlo quando piange anche se non si capisce il motivo, è evidente la presenza di un grande affetto e i bambini, questo lo sentono. Tutto ciò, offre loro una sicurezza di base e può favorire quello che viene chiamato “attaccamento sicuro”, permettendo loro di muoversi con maggiore fiducia nel mondo. Ci sono dei casi in cui i bambini quando hanno paura o sono tristi siano particolarmente agitati, iperattivi, in queste situazioni, i genitori possono semplicemente dire ai loro bambini: “Ma lo sai che quando i bambini sono agitati è perché sono tristi”? Questa frase di per sé equivale ad un’azione che rende i bambini sicuri e fiduciosi perché il genitore si interessa a loro, perché si è posto il problema di come stessero dal punto di vista emotivo, perché ha dato un nome a quello che provano ma che non sapevano che si chiamasse “tristezza”. In tal modo, i genitori mostrano ai loro bambini che in quel momento, stanno accettando lo stato d’animo del proprio figlio, un po’ ‘agitato’ e anche un po’ ‘triste’. La domanda, pertanto, arricchita da un’ipotesi che diviene una spiegazione, fa sentire al bambino di esistere nei pensieri e nella mente dei propri genitori.

Qual è l’importanza per i bambini di acquisire la propria autonomia?
L’autonomia è naturale nello sviluppo armonioso e positivo del bambino. Naturalmente è importante per i bambini rendersi progressivamente autonomi poiché le piccole o grandi conquiste li rendono felici, orgogliosi di se stessi, soddisfatti di rendere partecipi i genitori dei loro progressi. La conquista per tappe di una progressiva capacità di rendersi autonomi li fa sentire sentirsi sicuri e accresce la fiducia in sé stessi. L’autonomia procede per tappe e i genitori possono aiutare i propri figli a fare le proprie conquiste favorendo le attitudini e aiutandoli.

Quando il bambino cresce, cosa accade?
Quando il bambino cresce però, perché possa sentirsi amato, deve sentirsi capito. Le coccole e le cure fisiche non sono più sufficienti. Da adulti, il sentirsi amati passa attraverso il sentirsi capiti, compresi. Bisogna dunque che i genitori pongano loro delle domande, occorre che chiedano ai propri figli come si sentono, cercando di dare delle spiegazioni dei loro comportamenti, aiutandoli a dare un nome alle emozioni che provano. Per sentirsi amati è necessario sentirsi di esistere nella mente di qualcuno, non mi stancherò mai di dirlo.

Dottoressa Lucattini, cosa si intende nello specifico  per “autonomia personale”?
L’autonomia è un processo che accompagna lo sviluppo del bambino e poi dell’adolescente nel corso di tutta la sua crescita. Si parte dalle piccole cose per arrivare un giorno a vivere da soli, farsi una propria famiglia rimanendo però sempre legati in modo più adulto e poi ha definitivamente adulto, ai propri genitori e alla propria famiglia di origine. L’autonomia implica avere una sufficiente forza interna per poter sopportare la separazione senza che questa sia vissuta come una perdita irreparabile. Quando si è in grado di sostenere emotivamente e psicologicamente la separazione, ad esempio dai genitori, è perché l’altro è stato ormai interiorizzato, è divenuto una parte di sé stessi, in psicoanalisi diciamo è un “oggetto interno” ovvero una persona la cui rappresentazione vive dentro la nostra mente e nel nostro inconscio, la cui presenza sentiamo accanto, nei nostri sentimenti, nel nostro cuore e nella nostra vita quotidiana. A quel punto è possibile essere realmente autonomi poiché l’altro è sempre con noi. L’autonomia ha naturalmente anche altri significati che comunemente intendiamo: il saper esprimere, sostenere e anche battersi per difendere le proprie opinioni personali, facendosi guidare dalle proprie preferenze e dai propri gusti. Al tempo stesso, è importante avere la capacità di accettare le idee altrui e prendere ciò che di buono ci viene dagli altri, tenendo in considerazione i punti di vista altrui.

Quali indicazioni si sente di dare ai genitori?
Valorizzare fin da piccoli le loro conquiste, ad esempio incoraggiandoli e gratificandoli quando imparano a stare seduti, poi a camminare, poi a parlare, quindi nel lasciare il pannolino. Quando crescono, insegnare loro le buone regole che fanno parte della quotidianità di ciascuno di noi e contestualmente, fare riconoscere i loro progressi, ad esempio: lo stare a tavola, il vestirsi e lo svestirsi da soli, andare a dormire nella loro cameretta inizialmente raccontando una storia e progressivamente aiutandoli a addormentarsi da soli. Apprezzare i lavoretti che fanno a scuola fin dalla Scuola dell’Infanzia, che poi diventeranno i compiti a casa alla Scuola Primaria, in cui prima vengono aiutati per poi passare alla compagnia, mentre si svolgono altre attività e alla revisione alla fine, se i bambini lo chiedono. Ascoltare con i bambini con attenzione e parlare loro con affetto. Ascoltare li fa sentire accolti, amati, importanti e li abitua a parlare e mette le basi affinché siano estroversi. Parlare con loro anche attraverso racconti e letture, è uno strumento per arricchire la loro capacità di linguaggio. Li aiuterà non solo a parlare sempre meglio acquisendo lessico (parole nuove) e sintassi (la costruzione delle frasi) inoltre favorisce lo sviluppo e l’organizzazione delle associazioni che sono alla base della capacità di costruire le azioni in sequenza. Essere costanti. Le richieste che si fanno ai bambini devono essere chiare, spiegate in modo semplice e comprensibile e non devono sovrapporsi con altre richieste. I bambini impiegano più tempo degli adulti a agire dopo aver sentito una domanda o un’indicazione. Per rafforzare la costanza che è indispensabile per l’equilibrio emotivo e psicologico del bambino, è necessario creare delle abitudini. La “routine” consente al bambino un senso di sicurezza personale, rispetto alle cose che deve fare e su come farle.