Concessioni balneari, Cna: “La riforma del demanio marittimo deve coinvolgere le imprese e gli enti locali”

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Vacanze in spiaggiaROMA – “Il riordino della normativa del demanio marittimo non può essere dettato dai pronunciamenti della giustizia amministrativa ma invitiamo il Governo ad attivare il confronto con le associazioni di settore, partendo dalle disposizioni della legge di Bilancio 2019 in seguito rafforzate dai Decreti Rilancio e Agosto del 2020, per definirne indirizzi, criteri direttivi e tempistiche”. È quanto sottolinea CNA Balneari alla luce dei recenti orientamenti del Consiglio di Stato che escludono la sussistenza di un diritto in capo agli attuali concessionari alla prosecuzione del rapporto oltre il 31/12/2023, data entro la quale, anche in assenza di disciplina legislativa, essi cesseranno di produrre effetti.

È fondamentale, dunque, che “Governo e Parlamento nello scrivere la riforma del demanio tengano conto della salvaguardia dell’attuale modello balneare attrezzato italiano costituito da 30mila imprese. È necessaria una riforma complessiva con la condivisione delle imprese esistenti, delle Regioni e delle pubbliche amministrazioni territoriali per individuare strumenti e misure efficaci” che, a giudizio di CNA Balneari, tengano conto “dell’impatto socio economico derivante dalla decadenza generalizzata di tutte le concessioni in essere e quindi del valore complessivo dell’offerta turistica costiera”.