Condannato a 6 anni e 6 mesi l’ex presidente della Banca Popolare di Vicenza

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matterello giudice

Confiscati 963 milioni di euro: con quattro condanne e due assoluzioni si conclude il primo grado del processo per il crac che danneggiò decine di migliaia di risparmiatori

VICENZA ‒ Con una pena inferiore a quella richiesta dall’accusa ‒ i pubblici ministeri Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi avevano chiesto 10 anni ‒ il collegio giudicante del tribunale di Vicenza ha condannato a 6 anni e 6 mesi l’ex presidente della banca Popolare di Vicenza Gianni Zonin.

Con quattro sentenze di condanna e due assoluzioni, si è concluso dopo due anni, per un totale di 115 udienze, il processo di primo grado per le irregolarità legate alla gestione dell’istituto di credito vicentino.

Le parti civili costituite sono 8mila, ma i risparmiatori danneggiati dal maxi-dissesto bancario del 2017 sono decine di migliaia. I reati contestati agli imputati erano di falso in prospetto, ostacolo alla vigilanza e aggiotaggio.

È stato accertato il sistema dei cosiddetti “prestiti baciati”: si tratta di finanziamenti concessi a condizioni vantaggiose in cambio dell’acquisto di azioni della banca. Azioni il cui valore si è progressivamente azzerato.

L’ex vicedirettore generale Emanuele Giustini è stato condannato a 6 anni e 3 mesi, mentre gli altri ex vicedirettori generali Paolo Marin e Andrea Piazzetta a 6 anni. Assolti invece l’ex consigliere Giuseppe Zigliotto e l’ex dirigente Massimiliano Pellegrini, perché “il fatto non costituisce reato”.

Il Tribunale di Vicenza ha inoltre disposto la confisca di beni dei condannati per un importo complessivo di 963 milioni di euro.

“È una sentenza storica” sottolinea all’Adnkronos Matteo Moschini, il legale che assiste 600 risparmiatori danneggiati: i risparmiatori che si sono costituiti parti civili al processo e che hanno aderito all’aumento di capitale del 2014 “potranno giovarsi di questa condanna ai fini civilistici: ci sono circa 106 milioni sequestrati alla Banca Popolare di Vicenza in liquidazione dalla Procura con cui sarà possibile soddisfare le richieste danni e per cui l’eventuale prescrizione in appello è irrilevante. Per me è questo l’importante, che i risparmiatori recuperino almeno in parte quello che hanno perso per la gestione disastrosa dell’istituto”.