Coronavirus in Italia, aggiornamenti e news del 1°dicembre 2020: +19.350 nuovi casi

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covid19 martedì

In attesa del bollettino del 1° dicembre 2020 sono 16.377 i nuovi casi. 33.187 i ricoverati, 3.744 in terapia intensiva; 672 i decessi

Nuova giornata con l’informazione de L’Opinionista sull’emergenza Coronavirus in Italia. Oggi, martedì 1° dicembre andiamo a seguire le principali notizie e gli aggiornamenti sui dati forniti dal Dipartimento di Protezione Civile.

La Protezione Civile ci ha aggiornato  nuovamente su quelli che sono stati i dati giornalieri in Italia, relativi a guariti, positivi (in isolamento domiciliare con o senza sintomi), decessi e rapporto tra positivi e tamponi.

Nelle utime ore i nuovi casi sono 19.350 contro i 16.377 di lunedì a fronte di 182.100 tamponi (ieri 130.524); il rapporto positivi/tamponi é quindi del10,6%. I decessi sono 785, contro 672 del giorno prima, per un totale di 56.361 vittime. Le persone guarite o dimesse sono 784.595; gli attuali positivi 779.945 (-8.526 rispetto a ieri), di cui 32.811 (-376)ricoverati nei reparti ordinari e 3.336 in terapia intensiva.

SITUAZIONE VACCINO

Moderna ha annunciato che il vaccino da loro prodotto efficace al 100 per cento nei casi più gravi anche se non si esclude che le persone vaccinate possano comunque contrarre l’infezione senza mostrare i sintomi della malattia. I primi vaccini saranno probabilmente distribuiti a dicembre negli Stati Uniti e, qualora le autorità competenti dovessero autorizzarli,in Italia a gennaio.

DPCM DI NATALE

Intanto, il Governo pronto a varare nuovo Dpcm di Natale. L’intenzione  é quella di confermare il coprifuoco alle 22 il divieto di spostamento anche tra le Regioni gialle; possibile apertura dei negozi (inclusi centri commerciali e magazzini) probabilmente sarà prorogata fino alle 21 compresi centri commerciali.

LE PROPOSTE DELLE REGIONI

Il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, ha convocato per stamattina le Regioni, l’Anci e l’Upi. Saranno presenti, in videoconferenza,anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, il Commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri, e il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli. Le Regioni chiederanno “di consentire l’apertura dei servizi di ristorazione fino alle ore 23, sia per le attività di somministrazione nel locale sia per le attività di asporto” e di “consentire le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, che si trovino all’interno di alberghi e/o strutture ricettive limitatamente ai propri clienti che sono ivi alloggiati” oltreché di “consentire le attività sportive al chiuso che prevedano lezioni esclusivamente individuali“. Il Governatore della Liguria, Giovanni Toti, vice Presidente della Conferenza delle Regioni, ha proposto di inserire anche una “zona bianca” per le Regioni a rischio Covid più basso quelle in area bianca, per consentire ulteriori libertà come i ristoranti aperti alla sera o la possibilità di seguire la Messa di mezzanotte. Il Governo sembra però irremovibile sulle sue posizioni.

GLI ESPERTI INVITANO ALLA PRUDENZA

Walter Ricciardi, consigliere del Ministro della Salute Roberto Speranza, ha dichiarato che le Regioni non si rendono conto dei rischi di una ripartenza del virus che eventuali riaperture in questo momento comporterebbero. É convinto che il Governo stia facendo le cose migliori varando strategie differenziate in relazione alla diffusione del virus. Le Regioni sono pressate dall’economia locale e non si rendono conto che l’interesse principale é quello di abbassare la curva epidemica. Solo quando si riporterà quest’ultima ad un sesto dei valori attuali si potrà pensare di riprendere una vita normale; diversamente si preparerà il terreno per ina ripartenza del virus.

Frena anche il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, Filippo Anelli, il quale ha voluto sottolineare che, anche se le misure restrittive messe in atto dal Governo stanno abbassando la cutva dei contagi, il virus circola ancora, e in maniera molto più forte rispetto all’estate. L’invito è quello di non ripetere gli errori di Ferragosto, limitando gli spostamenti. Anche Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco-università degli Studi di Milano, invita alla massima prudenza nei contatti, specie con le parti più anziane della famiglia. Per quanto riguarda il cenone di Natale sconsiglierebbe più di 6 commensali.

BRUSAFERRO: “L’EPIDEMIA DURERA’ UN ANNO E MEZZO”

Il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, durante un forum all’Ansa, ha dichiarato che l’epidemia é uno stress che durerà ancora un anno e mezzo circa;  stiamo mettendo in atto strategie di adattamento che lasceranno il segno in futuro, alcune probabilmente in maniera permanente.

SITUAZIONE NEL MONDO

Nel mondo si sono registrati, dall’inizio dell’epidemia, oltre 62 milioni di contagi e più di 1 milione 451.000 di morti. Continuano a calare i nuovi contagi e l’incremento giornaliero dei morti nel Regno Unito, i lockdown, che dovrebbe terminare il 2 dicembre, dovrebbe essere rimiazzato da misure restrittive comunque severe. Nelle ultime ventiquattro ore si erano registrati 12.330 nuovi casi e altri 205 decessi. Gli Stati Uniti avevano registrato 138.903 nuovi casi, in ribasso dai 155.596 del giorno prima e dai 205.557 di venerdì; 801 i decessi. Scesi a 4.005 i nuovi contagi in Francia; 406 i decessi.

IL BOLLETTINO DEL 30 NOVEMBRE

Nelle ultime ventiquattro ore i nuovi casi erano 16.377 contro i 20.648 di domenica. Complessivamente i tamponi eseguiti nelle ultime ventiquattro ore erano 130.524 contro i 176.934  del giorno precedente. Il rapporto positivi/tamponi é’ del 12,54% %. I  positivi erano 788.471 di cui 33.187 ricoverati con sintomi (+308)  e 3.744 in terapia intensiva (in calo di 9 unità). In aumento il numero dei decessi, da 541 a 672 per un totale di 55.576 morti.

Secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute, il numero complessivo dei positivi era di: 125.408 in Lombardia, 104.527 in Campania, 90.201 nel Lazio, 74.943 in Piemonte, 80.665 in Veneto, 71.734 in Emilia Romagna, 42.026 in Toscana, 40.624 in Sicilia, 38.772 in Puglia, 18.192 in Abruzzo, 17.916 nelle Marche, 12.216 in Liguria, 14.515 in Friuli Venezia Giulia, 13.528 in Sardegna, 11.322 a Bolzano, 10.970 in Calabria, 8.235 in Umbria, 6.192 in Basilicata, 2.720 in Molise, 2.448 a Trento, 1.317 in Valle d’Aosta.