Tra i presunti furbetti scovati dai finanzieri c’era, ad esempio, un fotografo che pubblicizzava i propri servizi sui social network; un altro percettore lavorava in nero in campagna mentre una donna gestiva un B&B che veniva regolarmente pubblicizzato sul web. In molti casi i beneficiari utilizzavano il sistema delle “residenze di comodo” allo scopo di ottenere un Isee più basso.
Tanti, inoltre, i casi di indebiti percettori che continuavano silenti a intascare il sussidio nonostante l’obbligo di comunicare all’Inps variazioni del reddito o del patrimonio o altre informazioni rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio. Oltre alla revoca e alla restituzione delle somme le persone denunciate rischiano anche la reclusione da 2 a 6 anni.
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