Curcio e Figliuolo si sono vaccinati con AstraZeneca

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ROMA – Si sono vaccinati ieri al drive through della Difesa alla Cecchignola, a Roma, il Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio (foto) e il Commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Figliuolo. A entrambi, che hanno atteso in fila assieme ad altri cittadini e militari seguendo i regolari protocolli per la somministrazione, è stata inoculata la dose di Astrazeneca in una delle tende allestite nella struttura. “Non mi sono ancora prenotato ma farò Astrazeneca”, ha affermato il premier Mario Draghi in conferenza stampa.

Disdette ferme al 5-10%, qualche timore ma soprattutto la consapevolezza diffusa che solo vaccinandosi si potrà finalmente tornare a vivere. Gli italiani hanno accolto favorevolmente il nuovo via libera dell’Ema e dell’Aifa ad Astrazeneca e si sono presentati negli hub e nei luoghi dove dopo 4 giorni di stop è ripresa la somministrazione del farmaco dell’azienda anglo svedese. Dal drive trought allestito dalla Difesa al parco Trenno di Milano alla Nuvola di Fuksas a Roma, le prenotazioni sono state dunque rispettate e solo una piccola parte, stando a quanto comunicato dai diversi centri vaccinali, ha rinunciato a presentarsi. Evidentemente più degli allarmi hanno pesato le valutazioni degli esperti, con l’Aifa che ha ribadito come “i benefici del vaccino AstraZeneca superano ampiamente i rischi”.

I quattro giorni di stop hanno fatto saltare circa 200mila somministrazioni in tutta Italia; una cifra che secondo il governo dovrebbe essere recuperata in un paio di settimane, ampliando gli orari per le vaccinazioni. Sono le regioni – alcune delle quali riprenderanno nelle prossime ore o addirittura lunedì – a decidere se inserire chi era prenotato tra il 16 e il 18 marzo tra coloro che sono in lista nelle successive due settimane o se scalare in avanti di quattro giorni tutte le prenotazioni. Quel che è certo è che chi viene riconvocato e non si presenta all’appuntamento, scalerà in fondo alla fila e sarà vaccinato per ultimo. Lo ha ribadito il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli.

Sciolto il nodo di Astrazeneca, ora il governo punta a far decollare davvero la campagna e a centrare l’obiettivo fissato per aprile, 500mila dosi al giorno, più del doppio di quanto veniva somministrato prima dello stop. “La campagna può ora entrare nel vivo – conferma il direttore della prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza – anche perché ad aprile un quarto vaccino si renderà disponibile”. Il vaccino è il monodose Johnson & Johnson, che nel secondo trimestre dovrebbe consegnare all’Italia 7, 3 milioni di dosi e che potrebbe essere distribuito nelle farmacie, come ha anticipato l’assessore Alessio D’Amato per il Lazio.