Diritto d’autore: con Agcom ed Equo Compenso il Governo centra più obiettivi

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ROMA – “Il decreto legislativo, che recepisce la direttiva europea sul copyright da parte del governo, riconosce la piena legittimità delle società di media monitoring e l’importanza della loro attività all’interno del settore editoriale”. Lo sottolinea il Presidente de L’Eco della Stampa spa, Paola Frugiuele (foto), a commento dell’atteso decreto approvato il 4 novembre dal Consiglio dei ministri, che regola l’intera a materia. La norma vara il concetto dell’equo compenso a favore degli editori e si sviluppa in modo da tutelare tutte le parti che saranno coinvolte nella fase di negoziazione dello stesso per quanto riguarda l’utilizzo dei contenuti.

L’individuazione poi in AGCOM di un arbitro super partes per la definizione di un equo compenso e regolamentazione dei rapporti tra editori e imprese di media monitoring è la conferma del percorso già intrapreso da L’Eco della Stampa. Un percorso non certo facile, che ha prodotto risultati concreti grazie agli accordi stipulati in precedenza con editori e fornitori di contenuti giornalistici, come ad esempio l’accordo con Promopress, società di servizi della FIEG – Federazione Italiana Editori Giornali, cui aderiscono 64 Aziende editoriali con 381 testate, firmato da L’Eco della Stampa già il 20 novembre 2020.

La storica società di via Compagnoni accoglie con grande soddisfazione, quindi, l’approvazione definitiva del Consiglio dei Ministri del testo del Decreto Legislativo che recepisce la Direttiva Europea 2019/790 sul “Diritto d’autore e diritti connessi nel mercato unico digitale”: “Si tratta di uno strumento regolatore più che opportuno – afferma Frugiuele – perché anche grazie alla funzione regolamentare e arbitrale attribuita ad AGCOM, potrà rafforzarsi una trasparente e solida collaborazione tra tutti gli attori interessati, a vario titolo, alle rassegne stampa: clienti pubblici e privati, editori e imprese di media monitoring”.

Entro 60 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e quindi dell’entrata in vigore del Decreto, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni emanerà un Regolamento in cui saranno definiti i criteri per l’equo compenso. Criteri che terranno in considerazione vari elementi tra cui – per esempio – gli anni di attività e la rilevanza degli editori, il numero di giornalisti impiegati (che potranno ricevere minime percentuali dell’equo compenso attraverso accordi collettivi), i costi sostenuti per gli investimenti tecnologici.

L’equo compenso sarà deciso grazie a un accordo tra le parti che, se non troveranno un accordo, potranno rivolgersi all’AGCOM, che interverrà indicando il quantum facendo riferimento ai criteri del Regolamento emanato. Il decreto prevede anche la possibilità di ricorrere alla giustizia ordinaria nel caso non fosse accettata la proposta “di ufficio” dell’equo compenso dell’Autorità. Ma al di là di quelle che potranno essere le aspettative dei vari attori del settore, finalmente c’è una legge che mette fine al Far West delle interpretazioni.