DL agosto, Cna: “Far ripartire gli investimenti per la crescita”

65

ROMA – Con il DL agosto il Governo “ha potenziato gli interventi a sostegno dell’economia muovendosi tuttavia ancora nella logica di contrasto agli effetti depressivi causati dall’emergenza Covid. Il sostegno pubblico non potrà proseguire a oltranza in assenza della ripresa dell’economia, trainata dall’accelerazione degli investimenti pubblici e da un quadro complessivo favorevole per gli investimenti privati”. È quanto ha indicato Sergio Silvestrini (foto), Segretario generale della CNA, nel corso dell’audizione davanti alla Commissione Bilancio del Senato sul DL agosto, sottolineando che il provvedimento integra e in alcuni casi migliora l’efficacia dei decreti precedenti portando a oltre 100 miliardi le risorse attivate dall’intervento pubblico.

Per il Segretario Generale della Cna è necessario definire rapidamente un efficace piano di ammodernamento e rilancio dell’Italia sfruttando le ingenti risorse del Recovery Fund. Il sistema Paese deve affrontare una duplice sfida: tempestività dell’utilizzo delle risorse ed efficacia dell’allocazione.

Nel merito del DL agosto, Silvestrini ha detto di “comprendere” le finalità sociali in merito alla proroga del blocco dei licenziamenti ma esiste il rischio di “determinare un pericoloso irrigidimento del mercato lavoro”. Inoltre ha sollecitato tempi rapidi per il trasferimento delle risorse aggiuntive al Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato che assicura sostegno a quasi 250mila imprese artigiane e un milione di dipendenti: “Non devono assolutamente ripetersi i ritardi dei mesi scorsi”. Giudizio positivo sull’esonero dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro ma è “incomprensibile l’esclusione del contratto di apprendistato”.

Silvestrini ha ribadito le criticità sul Fondo Nuove competenze legate al coinvolgimento dei Fondi Interprofessionali e l’esigenza di potenziare il finanziamento a favore dei patronati che si sono rivelati strumenti essenziali. Infine preoccupazione per possibili effetti discriminatori in merito al fondo per la filiera ristorazione e ai contributi per le attività nei centri storici.