“Draghi uno di noi”, stop di Grillo al voto su Rousseau

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ROMA – “Pensavo fosse un banchiere di Dio, invece è un grillino”. Nella tarda serata di ieri è arrivato l’endorsement di Beppe Grillo a Mario Draghi e lo stop al voto degli iscritti. Il Garante del M5S, dopo la decisione di mettere su Rousseau la votazione sul governo guidato dall’ex governatore della Bce, è stato costretto a tornare a Roma e, a sorpresa, a partecipare nuovamente alle consultazioni con Draghi.

Serviva l’impronta del fondatore sul sì del Movimento al nuovo governo per piegare la trincea dei “contras”, folta al Senato e foltissima tra gli attivisti. Con la conseguenza che un no della base a Draghi porterebbe a una sicura scissione nei gruppi pentastellati. La decisione di affidarsi al voto agli iscritti scatena una guerra fratricida nel Movimento che, secondo fonti parlamentari qualificate, innesca una tensione altissima tra Grillo e Davide Casaleggio, sebbene dall’Associazione Rousseau neghino qualsiasi attrito.

E perfino il post con cui si annuncia che il M5S chiederà a Draghi quale sia il perimetro politico della maggioranza, finisce sotto attacco da parte dell’ala pro-governo del Movimento, la più numerosa alla Camera e, probabilmente, anche al Senato. “Se vince il no su Rousseau qui facciamo la scissione al contrario”, spiega un big del gruppo a Montecitorio facendo capire che i pro-Draghi potrebbero anche non rispettare il voto “dell’intelligenza collettiva”. Serve che Grillo ritorni in campo. E l’ex comico lo fa. In un video sottolinea alla base come Draghi abbia detto sì al reddito di cittadinanza e all’ambiente come pilastro del nuovo governo. Ma per votare su Rousseau chiede di aspettare.

Serve insomma un altro segnale da parte del premier incaricato, che eviti la spaccatura del M5S. E un segnale potrebbe avvenire quando Draghi parlerà al Quirinale dopo il giuramento. E, soprattutto, dopo che avrà stilato la lista dei ministri del nuovo governo. Un governo nel quale Grillo e i vertici del M5S puntano dritti ai temi della transizione ecologica. Nel frattempo impazza la campagna dei parlamentari a favore o contro il governo. In serata i “contras” si vedono via Zoom al V-Day contro Draghi, per sfogarsi e contarsi, anticipati dall’intervista ad Andrea Scanzi con cui Alessandro Di Battista ribadisce il suo “no” al professore e al governo con FI e Lega, assicurando che continuerà la battaglia dentro il Movimento.