Finocchiaro (Confedercontribuenti): «Sull’Agenzia delle Entrate il governo azzeri l’attuale gruppo nazionale e periferico»

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ROMA – Combattere l’evasione fiscale sembra essere un passaggio importante per il nuovo Governo guidato da Giorgia Meloni, che nelle sue intenzioni vorrebbe portare avanti una vera e serrata lotta all’evasione, che punti soprattutto a perseguire gli evasori totali, le grandi imprese e le grandi frodi sull’Iva. Per attuare tale programma la nuova squadra di Governo propone una nuova Agenzia dell’Entrate. Ma sarà veramente questo il principale strumento utile e indispensabile a raggiungere gli obiettivi?

A sollevare qualche perplessità sulla questione è Carmelo Finocchiaro, presidente di Confedercontribuenti, che sulla questione afferma: «Le intenzioni sono buone – esordisce – solo che temo che cambiare la musica non sia sufficiente, se poi gli orchestrali sono sempre gli stessi, perché le note stonate torneranno come prima e più di prima». Secondo il presidente di Confedercontribuenti, infatti, la “ricetta” sarebbe diversa per avere in Italia un sistema fiscale più equo, efficiente e rispettoso del lavoro dei contribuenti.

«Sull’Agenzia delle Entrate è necessario che il Governo azzeri l’attuale gruppo dirigente nazionale e periferico, che in questi anni ha fatto delle imprese e dei contribuenti carne da macello, diventando nei fatti il vero legislatore fiscale del Paese». Secondo Finocchiaro, quindi, è più opportuno iniziare a lavorare pensando ad altre strategie.

«Serve un rapporto paritario con il fisco – prosegue il presidente di Confedercontribuenti – a partire dal ristabilire strumenti da fare funzionare, come l’autotutela. Serve una separazione netta fra Agenzia delle Entrate e Agenzia Entrate Riscossione ed è inoltre necessario fare basta con il potere di blocco su Superbonus, vera leva di sviluppo in questi anni per il Paese». Affinché poi il nuovo sistema che si vuole mettere in atto funzioni è necessaria secondo Finocchiaro una «Riforma complessiva del funzionamento degli uffici periferici ed è necessario che nessun potere discrezionale sia fondato su ipotesi negli accertamenti tributari».