Giuseppe Conte accetta: sarà lui il nuovo capo politico del M5S

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Giuseppe ConteROMA – Ieri all’hotel Forum di Roma si è tenuto il vertice della rifondazione del M5S. Al conclave, insieme al garante Beppe Grillo, c’era l’intero stato maggiore governista. Quello che ha detto sì a Draghi e al ministero della Transizione Ecologica. E che, in una calda domenica di febbraio, dice sì a Giuseppe Conte. L’ex premier è al tavolo con i “big” e accetta l’invito. Il futuro del M5S dipende anche e soprattutto da lui. E dal ruolo con cui il Movimento vestirà il nuovo frontman. Sulla terrazza del Forum ci sono Luigi Di Maio, Roberto Fico, Alfonso Bonafede, Stefano Patuanelli e Riccardo Fraccaro, Paola Taverna e i capigruppo Davide Crippa e Ettore Licheri. Grillo arriva con un casco da astronauta.

Il vertice del Forum dura un paio d’ore. Tra gli altri ci sono anche Rocco Casalino e Andrea Ciannavei, l’uomo che si occupa delle innumerevoli diatribe legali del M5S. Ed è proprio la cornice del ruolo di Conte ad essere l’ultimo ostacolo all’ingresso dell’ex premier. Anche perché “l’avvocato del popolo”, al vertice, chiede rassicurazioni sullo spazio di manovra che avrà per forgiare il Movimento. Uno spazio che, nella strategia di Conte, non può essere angusto. Tanto che, spiegano nel M5S, sarà lo stesso ex premier ad elaborare il progetto rifondativo dei pentastellati. Un progetto con cui il M5S punta a diventare “centrale nel quadro politico italiano” con una maggiore apertura anche alla società civile.

Questo quanto scritto dall’ex portavoce del governo Conte, Rocco Casalino, su Facebook: “Come molti di voi già sanno Giuseppe Conte ha deciso di mantenere il suo impegno in politica. Per il bene dell’Italia ci speravo molto, e questa sua scelta mi rende davvero felice. Ora però vorrei fare un invito a tutti voi: ricompattiamoci tutti intorno a lui! Una persona così competente e onesta merita tutto il nostro appoggio, sempre! Personalmente darò tutto me stesso, fino all’ultimo giorno utile, affinchè il popolo restituisca a questo instancabile lavoratore i meriti che la storia gli stava attribuendo”.