Ig Nobel per la Medicina agli italiani per le virtù della pizza

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Valentino TafuriROMA – L’Italia vince l’Ig Nobel 2019 per la Medicina per “aver fornito l’evidenza che la pizza può proteggere da malattie e morte, purché fatta e mangiata in Italia”, si legge nella motivazione del premio che la rivista Annals of Improbable Research e l’Università di Harvard dedicano alle ricerche che fanno “ridere ma anche riflettere”.

Tre gli articoli vincitori, pubblicati su riviste internazionali da epidemiologi di primo piano, rappresentati da Silvano Gallus, di Istituto Mario Negri di Milano e Università di Maastricht.

Il premio per l’Economia è andato allo studio di Turchia, Olanda e Germania che ha confrontato le banconote di diversi Paesi per scoprire le più efficienti nel veicolare i batteri; si è aggiudicato l’Ig Nobel per l’Ingegneria la macchina per il cambio automatico dei pannolini nei neonati, progettata in Iran. Da Arabia Saudita e Singapore arriva l’Ig Nobel per la Pace, per la ricerca che si è proposta di misurare il piacere di grattarsi quando si avverte il prurito.

Inaugurata da un lancio di aeroplanini di carta, la cerimonia organizzata nel Sanders Theatre dell’università di Harvard è entrata subito nel vivo con l’assegnazione dell’Ig Nobel per la Medicina alla ricerca italiana.

“Una buona pizza racchiude tutte le virtù della dieta mediterranea”, ha detto Silvano Gallus ritirando il premio. Nel minuto che ogni ricercatore ha a disposizione per esporre i suoi risultati e le motivazioni delle ricerche sulla pizza, Gallus ha detto che la pizza può proteggere dall’infarto del miocardio e da alcune forme di tumore. Gli ingredienti devono essere però, ha aggiunto, quelli tipici della dieta mediterranea: no, quindi, ad altre ‘interpretazioni’ della pizza.

L’abitudine è stato il tema dell’edizione 2019 degli Ig Nobel e il filo rosso della cerimonia, compresa l’esibizione di un improbabile coro dedicato alle cattive abitudini. A consegnare il premio, tre autentici Nobel: Eric Maskin, Nobel per l’Economia 2007, Rich Roberts, per le Medicina 1993, e Jerome Friedman, per la Fisica 1990.