L’inflazione di fondo è pari a quella rilevata a ottobre, +0,7% (al netto di energia e alimentari freschi), continua l’Istat, “rimanendo debole e al di sotto dell’uno per cento, mentre i prezzi dei beni di largo consumo crescono meno di quelli del paniere nel suo complesso”. In questo quadro, a novembre, tra i comuni capoluoghi di regione o provincia autonoma e i grandi comuni, l’inflazione varia tra +2,4% di Reggio Emilia e +0,8% di Perugia e Potenza.
L’Istituto segnala lievi accelerazioni dei prezzi di alcune tipologie di prodotto: tra cui beni alimentari lavorati da +1,0% di ottobre a +1,1%, beni alimentari non lavorati da +0,8% a +1,1%, servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona da +1% a +1,1% e servizi relativi ai trasporti da +1,8% a +2,0%. Queste spinte sono compensate dal rallentamento dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, come i carburanti, (da +9,5% a +7,8%), la cui crescita rimane però molto ampia e, insieme a quella dei regolamentati (stabili a +10,7%), contribuisce per circa la metà dell’ampiezza al tasso di inflazione.
Si accentua inoltre la flessione dei beni durevoli (da -1,4% a -1,9%). La diminuzione su base congiunturale dell’indice generale dei prezzi al consumo è dovuta per lo più al calo dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,3%) e dei Servizi relativi ai trasporti (-0,9%), imputabile prevalentemente a fattori stagionali, solo in parte compensato dall’aumento dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (+1,1%). L’inflazione acquisita per il 2018 è +1,2% per l’indice generale e +0,6% per la componente di fondo.
La revisione delle stime preliminari dell’Istat riguarda anche i prodotti del cosiddetto carrello della spesa. La crescita annua dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona si attesta a 0,9% nei dati definitivi (era 1,1% in quelli preliminari). Il valore è comunque in aumento da ottobre, quando era +0,7%. L’Istat segnala poi una “lieve accelerazione dei prezzi dei beni alimentari” sia lavorati sia non lavorati. Aumentano in particolare i vegetali freschi (+4% rispetto a ottobre 2018, 1,2% su anno).
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