Intervista ad Aldo Lado, un grande maestro

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copertina miriamMi sono sempre considerato un semplice artigiano un “artefice”, e per fortuna (recentemente!) i miei lavori sono stati apprezzati. Bontà di chi mi reputa un Artista e mi chiama Maestro! Aldo Lado è un grandissimo regista e sceneggiatore nonché valente scrittore. Della sua arte, della sua carriera, della sua meravigliosa esperienza con il compianto maestro Ennio Morricone e di Storie di donne: Miriam ci ha parlato in questa lunga e assai appassionante chiacchierata a cuore aperto…

Aldo, regista, sceneggiatore e scrittore. Ma nasce prima l’amore per il Cinema o per la scrittura?

Indubbiamente prima quello per il Cinema, già quando ero ancora un ragazzino e passavo da una sala all’altra delle tante che c’erano ancora a Venezia nel dopoguerra, sino alla sala parrocchiale, vedendo film di ogni genere dai western alle commedie musicali americane, da “Maria Goretti” a “Gilda”!!! Poi i soggetti (idee) per dei film e le sceneggiature che però non considero “scrittura” ma sono solo dei mezzi per poter realizzare dei film. Ho cominciato a “scrivere” solo recentemente e dopo gli ottanta anni su sollecitazione di Ambretta Sampietro, curatrice dell’antologia Delitti di Lago, che ha poi pubblicato nel 2016 il mio primo racconto “Il Gigante e la Bambina” (finalista poi al Premio Letterario Ascoli Piceno 2020). Da allora ho pensato che scrivere era una opportunità per continuare a raccontare storie come avevo fatto con i miei film, e ho pubblicato otto romanzi (di cui quattro premiati a concorsi Letterari) e numerosi racconti.

Lei è veneziano d’adozione ma poi si è trasferito a Roma e a Parigi. Che cosa le manca in particolare della sua città natale e che cosa ama delle altre due città?

Devo dire che a Venezia ci vado spesso, anche se ora la gran parte dei miei amici è partita per il Grande Viaggio, e ogni volta ne resto incantato. In passato, quando ho potuto, ho cercato di raccontarla con dei film (Chi l’ha vista morire?; La Cosa Buffa; La Disubbidienza; la serie di 26 film tv La Pietra di Marco Polo) e ho scritto un nuovo Romanzo “Costanza” nella serie Storie di Donne ambientato a Venezia che uscirà a breve.
Roma ti cattura con i suoi colori e ovviamente con il fatto di essere la città dove si fa il Cinema, ma non mi ha mai “romanizzato”. Parigi invece è stata il mio grande amore. A venticinque anni ho potuto iniziare a lavorare nei film con registi come Litvack e Marcel Carnè conoscendo attori come Sofia Loren, Antony Perkins, Lino Ventura e artisti come Giacometti, Sebastian Matta e Riccardo Licata. Ho amato il Cinema francese e tuttora i francesi amano i miei film e continuano a rieditarli in dvd. A ottobre 2020 hanno pubblicato un libro che ripercorre la mia carriera di regista e quella recente di scrittore.

Tutte e tre sono caratterizzate dalla presenza dell’Arte di grandi artisti. Crede che sia anche per questo motivo che anche lei lo sia diventato? Nel suo vasto curriculum nella sua brillante carriera ha scritto la bellezza di 20 film che poi ha diretto per il Grande Schermo e oltre che 70 telefilm realizzati per la RAI. Che effetto le fa oggi pensare a tutto ciò che è riuscito a realizzare?

Un avvocato fa delle cause, un architetto delle case e un regista dei film. Ciascuno fa il mestiere che si è scelto, probabilmente con caparbia e determinazione come ho fatto io. Mi sono sempre considerato un semplice artigiano un “artefice”, e per fortuna (recentemente!) i miei lavori sono stati apprezzati. Bontà di chi mi reputa un Artista e mi chiama Maestro!

Quando rivede alcuni suoi lavori si sente di criticarli?

Non ho mai rivisto un mio film! Anche quando vengo invitato a delle rassegne, li presento al pubblico e poi esco dalla sala per ritornare solo alla fine per l’eventuale dibattito. Un film fatto “è incorreggibile”! Invece un libro lo puoi migliorare praticamente ad ogni ristampa e li rileggo (e correggo se necessario) maniacalmente.

In linea più generale è molto critico per la sua persona?

Ateo, anarcoide, zingaro, ho cambiato casa dieci volte e non ho mai voluto rifare lo stesso film anche se aveva avuto un grande successo (La Cugina, La Sepolta Viva) benché mi offrissero alti compensi, e preferivo proporre storie diverse mal pagate (come L’Ultimo Treno della Notte). Per questo sono povero! Anche nel mio nuovo mestiere di scrittore scrivo sempre storie diverse. Thriller, commedia, feuilleton, giallo. E’ più forte di me.

Lei ha anche avuto il piacere e l’onore di collaborare con il compianto maestro Ennio Morricone che ha musicato alcune sue pellicole cinematografiche. Com’è stato lavorare con lui? Che ricordi ha?

Con Morricone sono ben nove i film fatti insieme. Lavorare con Ennio era stupendo. Leggeva la sceneggiatura e mi proponeva delle arie e prima delle riprese registrava per me delle maquette che mi consentivano di avere una base musicale durante le riprese. Un aneddoto. A ogni film iniziava una delle musiche con le note La e Do per prendermi in giro!

Ma oltre al Grande Schermo lei possiede un grandissimo amore anche per i libri. Dove ha anche espresso tutta quanta la sua arte di regista e di sceneggiatore, per poi dedicarsi al romanzo vero e proprio. Che giudizio si vuole dare come romanziere?

Penso che il giudizio sia quello che danno i lettori e devo dire che mi riempiono di lodi. Ma sono importanti anche quelli dei giurati di quei pochi premi letterari a cui invio i miei libri soprattutto per avere un giudizio da parte di addetti ai lavori. Il Mastino ha avuto il Premio della Critica al Premio Letterario Internazionale di Cattolica 2019 e il Primo Premio al Giovanni Bertacchi di Sondrio 2020; Il Rider è stato trai finalisti del Lucca Noir 2020 e Miriam ha ricevuto il Primo Premio “Maria Mazzarino” per narrativa edita “Il Magnifico Lettore” 2021 a Livorno.

Indubbiamente leggendo con attenzione Storie Di Donne: Miriam, la sua ultima opera, si nota che è stata scritta con una visione cinematografica, con un testo che va per immagini. Crede che sia questo uno dei suoi maggiori punti di forza?

Dicono che il lupo perde il pelo ma non il vizio, ma penso (e spero) che un punto di forza sia quello di aver narrato una storia ambientata 2000 anni fa ma che purtroppo ha una grande attinenza con quanto succede ai giorni nostri in Siria, in Afghanistan e al confine con la Polonia. E magari inconsciamente arriva al lettore.

Perché ha scelto come protagonista una donna?

Le donne sono il motore dell’umanità. Da sempre. Le madri greche crescevano ed educavano i figli forgiando degli eroi, e le matrone romane contavano più dei loro mariti. Sono le Maestre che iniziano a acculturare i bambini per farne degli uomini.

Crede che le donne di oggi possano ancora riconoscesi nella sua figura? E soprattutto – a suo avviso – sanno essere realmente così coraggiose?

Non so se le lettrici si riconoscono in Miriam, ma è certo che le donne dimostrano sempre grande coraggio e determinazione. Senza andare nella Storia, basta guardare a tanti fatti di cronaca.