Intervista a Nunzia Gionfriddo, una donna libera, schietta e sincera

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nunzia gionfriddo

Il mio rapporto con la lettura non ha subito cambiamenti. Leggo tanto solo che ora sono molto più selettiva e se un libro non mi convince lo lascio

Si definisce una donna libera e determinata, oltre che una lettrice indomita e una scrittrice possessiva, Nunzia Gionfriddo. E tra una chiacchiera e l’altra, ci rivela anche che non disdegnerebbe- prima o poi- sorseggiare una bella cioccolata calda con un grande poeta e studioso del passato…

Nunzia, un diploma di liceo classico, una laurea in Lettere e la decisione di darsi all’insegnamento in campo umanistico. Possiamo -dunque- dire che i libri e la Letteratura hanno sempre fatto parte di lei?

Non proprio. Il liceo mi ha dato tanti stimoli e curiosità, grazie a bravissimi docenti, cosicché la scelta non è stata facile. Volevo iscrivermi a Matematica, Fisica, Medicina, o Filosofia. Sembrano alternative opposte a quella che ho fatto, ma in fondo tutte hanno in comune tanta teoria e poca pratica. Amavo troppo leggere romanzi e scrivere e hanno vinto loro, anche se nei miei saggi o romanzi o studi nessuna delle mie passioni si è dileguata. Diciamo che con il tempo la Storia ha preso il sopravvento perché mi aiuta a riflettere e far riflettere.

A livello di insegnamento quale è stato il più importante che le ha dato la vita fino ad oggi?

Certamente la Storia e la Filosofia.

Si dice che “ la vita sia maestra di vita”, lei come la vede?

No, non ci credo, anche se vorrei. Gli uomini, intesi come esseri umani, pensano solo al proprio benessere economico soprattutto, e se non lo fanno, soccombono. “Homo homini lupus”.

La sua è stata ed è tuttora una vita piena e ricca di svariati interessi la scrittura, quando è arrivata?

La scrittura da sempre! Quella da professionista da quando ho collaborato con l’università scrivendo saggi di critica letteraria e testi dove Scienza, Filosofia e Letteratura si incrociavano in autori o poeti come Leopardi o Calvino. Anche qui la collaborazione con grandi maestri come il professore Giorgio Stabile de “La Sapienza” di Roma mi hanno aiutato molto. Infine ho deciso che potevo tentare di esercitare io il ruolo di autrice. Eccomi qua.

Come è cambiato nel corso del tempo il suo rapporto con essa?

Sperimentando vari stili certamente e -spero- migliorando.

E con la lettura?

Il mio rapporto con la lettura non ha subito cambiamenti. Leggo tanto solo che ora sono molto più selettiva e se un libro non mi convince lo lascio. Da giovane mi incaponivo e lo finivo anche se non mi piaceva.

Quali aggettivi utilizzerebbe per descriversi come donna, come scrittrice e come lettrice?

Domanda terribile! Sono una donna libera e determinata, una lettrice indomita, e una scrittrice possessiva, come una madre che non vorrebbe mai lasciare i suoi cuccioli. Userei due soli aggettivi che mi definiscono, credo: sono onesta e schietta.

A proposito di lettori, quali sono i commenti che più l’hanno colpita riguardo a Cioccolata per due?

Una terribile: “ma Giovanni muore o no?”. Scherzi a parte, sono felice quando si dice che sono leggera e chiara, quasi fotografica. Una critica mi disse che volavo sul mio romanzo come una farfalla. Senza offesa per le farfalle che adoro, mi sembrò una critica di superficialità, che forse non merito. Sono felice quando un alunno\a o un lettore\ lettrice mi dicono che stanno imparando dai miei libri più di quanto non abbiano fatto in classe. Una soddisfazione, no?

E’- indubbiamente- un testo molto particolare dove lei eccelle non solo come scrittrice ma anche come saggista. Da che cosa è nata la scelta di mescolare la narrativa con il saggio?

Dal mio lavoro. Le ho detto che le mie prime esperienze le ho fatte studiando scrittori e filosofi da vari punti di vista. Non tutti hanno o hanno avuto la voglia di cimentarsi a tutto tondo sulla realtà, ma chi l’ha fatto è stato un genio. Vogliamo negare che Galileo Galilei sia stato anche un grande scrittore?

Per parafrasare il titolo della sua opera, lei chi inviterebbe per bere una cioccolata e perché?

Lei non ci crederà, ma quando leggevo da giovinetta, prima di studiare, avevo sempre in mano una cioccolata. Allietava la lettura e la gola! Allora lo facevo da sola, oggi inviterei il mio amato Leopardi, perché anche lui era goloso come me. Una gioia immensa la mia! Per lui non lo so! Non credo che la letteratura di oggi gli sarebbe piaciuta tutta! Sono tanti gli scrittori italiani e stranieri che inviterei, mi devo accontentare di leggerli.