E’ quanto riporta In a Bottle (www.inabottle.it) sugli effetti della disidratazione. Il Dr. Toby Mündel e il suo team della Massey University in Nuova Zelanda ha coinvolto nello studio un gruppo di persone in ottimo stato di salute. Il campione è stato suddiviso in due sottogruppi: al primo è stato chiesto di continuare a bere secondo i loro normali ritmi quotidiani mentre, al secondo, è stato proibito di assumere liquidi per 24 ore. In diverse fasi della ricerca, i piedi dei partecipanti sono stati immersi in acqua ghiacciata (tra 0 e 3 ° C) per quattro minuti.
“E’ un ottimo modo per creare dolore – ha spiegato Mündel – ed è un modo standard per sfidare il corpo e studiarne le sue reazioni. In più si tratta anche di un test clinico usato per misurare come lavora il sistema cardiovascolare di una persona”.
I risultati hanno mostrato che i partecipanti con uno stress idrico maggiore avvertivano una sensazione del dolore più intensa rispetto alle persone correttamente idratate. I cardiofrequenzimetri hanno inoltre dato conto di come l’effetto più immediato di questa sofferenza è stato un minor afflusso di sangue al cervello.
Per gli autori dello studio i risultati possono essere utili a dare un valore al livello di idratazione dei pazienti. In particolare, i trattamenti più comuni come gli analgesici e la terapia cognitivo-comportamentale potrebbe essere meno efficaci nei pazienti disidratati. In più, la corretta idratazione può avere effetti positivi per alleviare il dolore cronico associato a condizioni come l’artrite, emicranie e disturbi muscolo-scheletrici.
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