La Fondazione Menegaz a Tirana con Mario Airò e Modellare l’acqua

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TIRANA – Modellare l’acqua di Mario Airò, a cura di Simone Ciglia, è il progetto con il quale la Fondazione Malvina Menegaz di Castelbasso ha vinto per la seconda volta – unico ente culturale in Abruzzo – il bando Italian Council, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.

Questo nuovo progetto vede protagonista Airò, fra gli interpreti maggiori della sua generazione, chiamato a misurarsi con una eccellenza del territorio, la ceramica di Castelli. Modellare l’acqua ha portato l’artista a toccare per la prima volta questa tecnica, interpretandola con la sensibilità poetica che caratterizza il suo lavoro. Le forme della ceramica castellana sono utilizzate dall’autore per plasmare il motivo naturale dell’acqua e del suo scorrimento, in un’installazione ambientale che cita il tema della fontana. L’artista ha interpretato la tradizione della maiolica che ha storicamente trovato nel paese di Castelli (Teramo) uno dei maggiori centri di produzione in Italia. L’idea progettuale si è affinata in corso d’opera, attraverso il dialogo con i designer e gli artigiani che hanno affiancato l’artista nel corso della produzione. Insieme a loro, Airò ha sperimentato soluzioni tecniche inedite, in dialogo con la tradizione locale. Questo confronto si è declinato in primo luogo nella selezione di una serie di forme archetipiche del repertorio castellano: oggetti d’uso – come piatti, tazze, brocche – hanno ricondotto l’artista in quel dominio del quotidiano in cui spesso si svolge la sua opera.

Modellare l’acqua sarà esposta dal 27 febbraio al 22 marzo nella galleria Bazament di Tirana, grazie a una collaborazione con l’Istituto italiano di cultura della capitale albanese. Dal 4 al 26 luglio, invece, l’allestimento sarà visitabile nella sede della Fondazione a Castelbasso.

«Il tema acquatico affiora come paradigma formale e simbolico nell’opera di Airò», spiega il curatore Simone Ciglia, «Per un artista che dichiara la volontà di plasmare anche lo spazio che ospita il suo lavoro, l’acqua, con la sua mancanza di forma allo stato liquido, rappresenta quasi un’idiosincrasia. Se le ragioni formali sono in primo piano, non si deve dimenticare all’orizzonte il carico simbolico che questo elemento porta storicamente con sé, fino a diventare metafora di un’epoca nella – ormai abusata – definizione del sociologo Zygmunt Bauman, che in un crescendo coinvolge tutti gli aspetti dell’esistenza umana: amore, paura, vita, modernità. Il corso di questo lavoro di Airò converge ora nel progetto Modellare l’acqua. Al centro del suo ragionamento sono i movimenti dell’acqua, i micro-flussi che interessano luoghi come greti di fiumi e torrenti, i sassi e le cavità che li abitano, sagomando e modellando lo scorrere del liquido. L’artista immagina di sostituirsi a essi, trasformando le sue mani in conche e dossi che ne determinano l’andamento, plasmando l’acqua stessa».

«Quali sono le logiche secondo le quali l’arte contemporanea dovrebbe confrontarsi con produzioni artigianali legate al passato? A questa domanda», spiega l’artista, «posso rispondere soltanto in maniera utopica. È come se l’arte fosse tutto il mondo più qualcosa, perché grazie alle sintesi che riesce a generare produce nuovi organismi. Credo ci sia bisogno di tutte le linee di ricerca possibili, in quanto l’arte tende a essere assolutista, ad appropriarsi di tutto e ad essere più grande del mondo. Confrontarsi con forme, tradizioni, tecniche diverse da sé permette di vedere le cose da un altro punto di vista e di generare possibilità nuove per queste tecniche e capacità manifatturiere».

«Dopo il traguardo raggiunto lo scorso anno con il progetto Retina di Stefano Arienti, che ha visto la realizzazione di un trittico di arazzi nell’Arazzeria pennese (ora nella collezione del museo MAXXI di Roma), la Fondazione», spiega il presidente Osvaldo Menegaz, «prosegue la missione  – che da anni la vede impegnata in modo esclusivo – di mettere in dialogo l’arte contemporanea con le eccellenze artigianali dell’Abruzzo. Questo nuovo progetto vede protagonista Mario Airò, fra gli interpreti maggiori della sua generazione, chiamato a misurarsi con un’altra eccellenza del territorio, la ceramica di Castelli. Siamo molto felici di poter presentare a livello internazionale il risultato di questo impegno, grazie alla collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Tirana, che ha supportato la prima presentazione del lavoro e un ricco calendario di attività ad esso legate. Dopo la tappa a Castelbasso, l’opera è destinata a entrare nella collezione del Museo internazionale delle ceramiche di Faenza, la maggiore istituzione del settore nel nostro Paese, diretta da Claudia Casali. Ringrazio tutti i partner del progetto: l’Istituto Italiano di Cultura di Tirana, lo spazio Bazament di Tirana, Harabel platform for contemporary art, Arago Design, Daniele Paoletti, i docenti del Liceo artistico Grue di Castelli, il laboratorio dell’Aci – Arte ceramica italiana, Giovanni Giacomini, direttore e proprietario della collezione del Museo delle ceramiche di Castelli. E soprattutto la Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo che grazie al progetto Italian Council ha reso possibile tutto questo».

«L’Istituto Italiano di Cultura di Tirana sostiene e favorisce la conoscenza dell’arte italiana in tutte le sue espressioni e in particolare quella contemporanea», dice Alessandra Bertini Malgarini, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Tirana, «Va certamente in questa direzione la partecipazione dell’Istituto come partner culturale al progetto Modellare l’acqua. Il laboratorio di ceramica organizzato in occasione della mostra per gli studenti di Arte e design dell’Università Polis di Tirana non è solo una esperienza didattica ma intende contribuire nella costruzione anche in Albania di un percorso che faccia dialogare l’arte contemporanea e l’artigianato locale. Ringrazio tutti per la disponibilità e l’impegno profuso per il buon esito di questo progetto che vede strettamente coinvolti in collaborazioni artistiche i nostri due Paesi – Italia e Albania – e che mi auguro siano sempre più numerose e importanti».