Le città ideali e sospese nel tempo delle opere di Laura Croce

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una giornata solare

La libertà espressiva degli artisti contemporanei è una conquista rispetto al secolo scorso, il Novecento, quando era ancora forte la necessità di appartenere a un gruppo, un movimento pittorico a cui aderire per ideologia e per linee guida. Nell’attualità il bisogno di appartenenza si è perduto in favore di un’autonomia creativa che conduce molto spesso alla nascita di stili individuali difficilmente identificabili o, per meglio dire, capaci di mescolare peculiarità di differenti correnti per dar vita a un’impronta originale. La protagonista di oggi appartiene a questo gruppo di artisti, andiamo a scoprire il perché.

Laura Croce, artista romana, appassionata di arte fin da bambina al punto di cominciare a misurarsi prima con i pastelli e i disegni, successivamente con pennelli e colori ad acquarello iscrivendosi al corso con Alberto Bevilaqua che diventerà il suo riferimento oltre che maestro, è sperimentatrice per natura tanto quanto consapevole che la sua libertà espressiva e la sua indole positiva devono necessariamente fuoriuscire dalle sue tele. Dal punto di vista dei materiali si muove trasversalmente tra il pastello, l’acrilico e l’acquerello, quest’ultimo il suo approccio preferito perché più conforme e funzionale alle sue corde creative. Lo stile è una sintesi assolutamente personale e originale tra Cubismo Orfico, quello del secondo periodo di Delaunay durante il quale si dedica alla narrazione di paesaggi e di Roger de la Fresnaye, il Cubismo Analitico di Braque e una vicinanza alle atmosfere surrealiste proprio in virtù di quel raccontare scorci e luoghi ideali in cui il tempo sembra essere fermo e l’assenza della figura umana contribuisce a dare alle opere un senso di irrealtà seppur vitale. Il Cubismo Orfico si era in qualche modo opposto all’Analitico per il recupero della luce e del colore che nel secondo era diventato superfluo, minimizzato a tonalità terrose, opache e puramente funzionali a evidenziare il senso della scomposizione geometrica dell’immagine e la rivelazione della sua analisi da molteplici punti di vista; nell’Orfismo la necessità della complementarità dei colori diviene la base per la ricerca della luce, seguendo le linee tracciate dall’Impressionismo e dal Divisionismo e riprendendone i principi dell’opposizione di tinte che nella contiguità si esaltano reciprocamente.

Passeggiata in barca a vela
1 Passeggiata in barca a vela

Le opere di Laura Croce presentano una scomposizione geometrica ordinata, che basa il punto di vista su due livelli, minimizzando la dimensione della profondità che però in modo appena accennato è presente, e la schematizzazione dei soggetti raffigurati nulla toglie alla figurazione che resta elemento principale dei suoi lavori. Ciò che colpisce è l’ordine degli scorci raccontati dall’artista, quel silenzio lirico dentro il quale la città si racchiude, quell’atmosfera incantata, che nulla toglie alla metropolitanità delle vie e dei palazzi ma in grado di narrare un momento in cui tutto è in bilico tra il risveglio e il riprendere la vita e il ritmo della quotidianità.

Centro storico
2 Centro storico

È questo il punto in cui Laura Croce si lega al Surrealismo, per quel senso di sospeso, per quell’immobilità che libera le vie e i paesaggi urbani dalla rumorosa e dinamica presenza dell’uomo per collocare le scene in atmosfere rarefatte, serene e rassicuranti quasi, come se all’interno di quella geometricità tutto avesse un ordine perfetto, equilibrato e calmo.

cinquanta sfumature
3 Cinquanta sfumature

La presenza costante delle sfere sottolinea la tendenza dell’artista verso l’armonia completa, la regolarità, quella perfezione che anela a un’elevazione spirituale ma anche all’immutabilità, come se la loro presenza, in quanto simboli dell’armonia ideale, stesse a simboleggiare l’alternarsi delle stagioni e degli anni nei quali, auspica l’artista, quell’equilibrio magico dovrebbe rimanere intatto e fedele a se stesso.

blue village
4 Blue village

Equilibrio che si svela perfettamente nell’opera Blue Village, in cui le tonalità della notte non riescono a offuscare la luminosità idilliaca e sognante di quel luogo che sembra voler abbracciare e vegliare sul sonno delle persone chiuse nelle proprie case, dietro quelle finestre illuminate dentro cui la vita si svolge; la luna, intesa come sfera luminosa, diviene punto focale dell’opera, protagonista principale di uno sguardo distante eppure indulgente, come a voler proteggere con la sua luce la vita sottostante.

concerto in città
5 Concerto in città

In Concerto in città Laura Croce utilizza le linee curve per infondere nell’osservatore la sensazione di musicalità, di note che si liberano avvolgendo i palazzi e le vie raggiungendo i due poli opposti e lontani, rappresentati attraverso le peculiari sfere, che in virtù della melodia diffusa riescono ad avvicinarsi; si svela in questo quadro il concetto dell’artista secondo cui la distanza, le diversità, le opposizioni, possono essere superate grazie a un linguaggio comune, a un approccio più disteso, in virtù del quale un dialogo può diventare possibile, può unire e avvicinare. Impossibile non pensare alla Città del Sole di Tommaso Campanella osservando le opere di Laura Croce, un mondo ideale in cui tutto tende alla positività, all’evoluzione degli abitanti e alla condivisione di emozioni positive, di conoscenze e orientata alla solidarietà, e il lavoro Raggio di Sole sembra esserne la perfetta rappresentazione.

raggio di sole
6 Raggio di sole

La scelta di colori vivaci è fondamentale per l’artista, necessaria a esprimere la sua solarità e vitalità, a raccontare il bello di tutto ciò che è intorno e che spesso si nasconde dietro il traffico, il rumore, il movimento frenetico della quotidianità che induce l’uomo a dimenticare di soffermarsi sull’incanto e la magia del silenzio, di un tempo indefinito che avvolge i luoghi quando lo sguardo riesce ad andare oltre e a immaginare tutto ciò che abitualmente rimane nascosto. Laura Croce ha al suo attivo moltissime mostre collettive sul territorio laziale e dal 2017 è socia dell’associazione Roma Art Studio Tre che promuove l’esposizione internazionale di arte contemporanea denominata Roma Art Festival.

LAURA CROCE-CONTATTI
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