Legambiente sul Cop26, “risultato inadeguato all’emergenza”

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ROMA ‒ Il Cop26 non è stato un fallimento, ma si poteva fare di più. L’intesa raggiunta a Glasgow sabato 13 novembre è il risultato di un negoziato duro ma i risultati, secondo il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, lasciano a desiderare.

“L’Accordo di Glasgow è inadeguato a fronteggiare l’emergenza climatica soprattutto per le comunità più vulnerabili dei paesi poveri, ma si mantiene ancora vivo l’obiettivo di 1,5 gradi C”, afferma Ciafani.

Di fatto, il pianeta si trova in una situazione di emergenza climatica, come testimoniano gli studi degli esperti. Ma a livello esecutivo, non siamo ancora entrati nella modalità di emergenza. Il Cop26 poteva essere l’evento della svolta, e invece per molti aspetti risulta un’occasione mancata.

“Tra i punti dolenti” spiega Ciafani “c’è la questione cruciale dell’abbandono dei combustibili fossili affrontata in maniera inadeguata, anche se la loro strada è ormai segnata”.

Se è stato raggiunto l’obiettivo prioritario di tenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi, sul fronte dei combustibili fossili il risultato è infatti deludente: in fase di firma del patto internazionale, l’India ha chiesto di sostituire nel testo la formula “eliminazione graduale” del carbone con l’espressione “riduzione graduale”: molti dei Paesi partecipanti hanno manifestato disappunto per questa modifica finale.

Altro nodo su cui non si è trovato l’accordo è il piano assicurativo che compensa i paesi più vulnerabili in caso di catastrofi climatiche: “non è stato fatto nessun passo in avanti sulla creazione del fondo Loss and Damage Facility per aiutare i paesi poveri a fronteggiare la crisi climatica, e su cui a Glasgow è mancato un forte impegno da parte dell’Europa. Per fronteggiare la crisi climatica e per centrare l’obiettivo di 1,5 gradi è fondamentale che tutti i paesi più avanzati, a partire dall’Italia, aumentino al più presto i propri impegni di riduzione delle emissioni climalteranti e garantiscano un adeguato sostegno finanziario all’azione climatica dei paesi più poveri”.