La missiva è stata siglata dai patronati dei sindacati, dal Patronato Acli e da tutti quelli legati al mondo autonomo, artigianato, commercio e agricoltura (Patronato Epasa – Itaco CNA – Confesercenti, 50&più Enasco Confcommercio, Inac Cia, Epaca Coldiretti, Enapa Confagricoltura, Inapa Confartigianato). La lettera indica un fabbisogno di 71 milioni per non pregiudicare gli standard di servizio garantiti negli ultimi anni.
Proprio la crisi provocata dalla pandemia ha evidenziato il ruolo fondamentale dei patronati quale strumento di coesione sociale avendo assicurato la gestione di milioni di pratiche per bonus, indennizzi, ristori, cassa integrazione. Attraverso gli uffici dei patronati passa la stragrande maggioranza delle domande di pensionamento, invalidità, ammortizzatori sociali, bonus famiglie e nuovi nati.
“Sottoponiamo alla vostra attenzione questa richiesta nella piena consapevolezza della situazione complessiva del Paese e della dimensione dell’impegno economico che riteniamo necessario” senza il quale “sarebbe fortemente compromessa l’operatività di un servizio che si è già dimostrato essere uno strumento di particolare utilità per i cittadini in un momento così delicato”.
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