Insomma, evidenzia Lezzi, “le ristrutturazioni aziendali dei grandi editori sono ben accompagnate senza essere costretti a manifestare sotto i ministeri, senza sentirsi straccioni in cerca di elemosina quando si chiedono gli ammortizzatori sociali in vista di licenziamenti. Le famiglie di alcuni (non tutti) giornalisti evidentemente valgono di più”, conclude l’esponente pentastellata.
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