Cosi Federico Traversa spiega la genesi del libro dedicato al giovane cantautore e chitarrista americano, morto a Memphis a 30 anni la sera del 29 maggio del 1997, annegato nel Wolf River dove era entrato vestito e con gli stivali per fare un bagno.
Qualche tempo fa la frase “Ancora mi manca Jeff Buckley” che un Charlie Brown affranto dice a Lucy ha spinto Traversa a mettersi all’opera per tracciare un ritratto nuovo dell’artista. “Mi accorsi che l’unico modo per raccontarlo era lasciare che a parlare fosse lui stesso”, spiega nell’introduzione a “Jeff Buckley, l’impressione di essere eterno” (Chinasky Edizioni), curato con Marco Porsia e Francesca D’Ancona, raccolta di “interviste perdute”, edite o mai pubblicate.
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