Manovra: cambia il congedo di maternità, al lavoro fino al nono mese

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ROMA – Cambia con la manovra il congedo per le neomamme lavoratrici. Chi vorrà (con via libera del medico) potrà rimanere al lavoro fino al nono mese, portandosi ‘in dote’ l’intero periodo di astensione di 5 mesi a dopo il parto. E’ quanto prevede un emendamento della Lega dedicato alle politiche delle famiglia approvato dalla commissione Bilancio della Camera. Il nuovo sistema viene proposto come ‘alternativa’ all’attuale, che impone invece l’obbligo di astensione (di uno o due mesi) prima della nascita del bambino.

Un “colpo ai diritti delle donne e alle loro tutele” che va “immediatamente modificato”. Così Loredana Taddei, responsabile politiche di genere della Cgil, a proposito dell’emendamento che fa “scomparire l’obbligo di astensione dal lavoro prima della nascita. Così non si garantisce la libertà alle lavoratrici, né tantomeno si tutela la salute della gestante e quella del nascituro”. La proposta “mina la libertà delle donne, soprattutto di quelle più precarie e meno tutelate”.

Diverse le novità introdotte durante la discussione in commissione a Montecitorio. Niente più carta sconti per le famiglie di immigrati. L’emendamento della Lega sulla famiglia, approvato tra le modifiche alla manovra, limita la platea dei destinatari della carta istituita nel 2016 per famiglie italiane o “straniere” residenti in Italia alle sole famiglie italiane “ovvero appartenenti a Paesi membri dell’Ue”. Rispetto alla norma precedente rimane il vincolo dei tre figli a carico, ma viene alzato il limite di età da 18 a 26 anni. Scompare anche il riferimento all’Isee per definire le modalità di rilascio affidate a un Dpcm.

Manovra, meno fondi bonus 18/enni, sarà legato a Isee. Gli stanziamenti a favore della ‘card cultura’ dei 18enni scendono ulteriormente da 270 a 230 milioni (dai 290 milioni precedenti). Lo prevede un emendamento alla manovra approvato in commissione Bilancio che inserisce l’Isee tra i criteri per definire la platea dei destinatari. I 40 milioni sottratti al bonus saranno distribuiti ad altre attività culturali: dal Fondo unico per lo spettacolo al sostegno di festival, cori e bande, dalle fondazioni lirico-sinfoniche a Matera, da iniziative culturali in zone terremotate alla riqualificazione delle periferie.