Raffinatezza e atmosfera gioiosa d’altri tempi nelle opere Art Déco di Erna Fossati

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la bella di grisignana

La nostalgia di un periodo storico recentemente trascorso ma che, a causa delle rapide trasformazioni compiute dalla società attuale sembra destinato a non tornare più, è il punto focale di tutti quegli artisti che desiderano far riemergere i valori, la semplicità e la gioia di un’epoca in cui tutto sembrava meno complesso e più facilmente vivibile. La protagonista di oggi sceglie uno stile in cui può lasciar emerge ricordi e memorie con leggerezza e il sorriso della piacevolezza.

Intorno agli anni Venti del Novecento cominciò ad affermarsi un gusto estetico ricco, patinato, sontuoso ma raffinato, dove la bellezza era la parola d’ordine principale così come il bel vivere, probabilmente per reazione agli eventi tragici della Prima Guerra Mondiale da poco conclusa; il fenomeno prese il nome di Art Déco e investì molti ambiti dalla decorazione all’arte, dall’architettura e anche alla moda dove l’eleganza e il bell’apparire dovevano prevalere su stati d’animo più intimi perché ciò che contava davvero era ritornare a vivere e riconquistare una nuova normalità perduta negli anni del conflitto. Superfici metalliche, alluminio e acciaio inossidabile, lacca, legno intarsiato, sono alcuni dei materiali usati per oggettistica ma anche per il rivestimento degli edifici, come il Crsyler Building, l’Empire State Building e il Rockefeller Center di New York che è il simbolo dell’opulenza architettonica di questo affascinante stile. Nelle arti figurative l’Art Déco ebbe la sua massima esponente nella determinata e coraggiosa Tamara De Lempicka che riuscì ad affermarsi in un mondo artistico ancora riservato agli uomini definendo uno stile pittorico unico e riconoscibile che l’ha resa celebre in tutto il mondo. Le sue iconiche donne stilose e languide furono testimonianza di un’epoca di rinnovamento e di desiderio di cogliere il bello della vita, inseguire il lusso e il benessere di cui molte persone erano state private in precedenza e cercare di allontanare ed esorcizzare, attraverso la bellezza e il gusto estetico, il periodo appena trascorso. Il linguaggio pittorico della De Lempicka rimane ancora oggi unico, così come la sua capacità di utilizzare le luci e le ombre per mettere in risalto dettagli, espressioni, e sinuosità degli abiti e dei capelli delle sue protagoniste; l’eleganza delle sue tele le permisero di essere richiesta anche per eseguire copertine di riviste di moda, ambiente che conosceva bene poiché prima di dedicarsi all’arte fu disegnatrice di cappelli da donna, diventando di fatto tra le prime pioniere di un eclettismo creativo che nella contemporaneità appartiene a molti artisti. La triestina Erna Fossati trova in Tamara De Lempicka una fonte di ispirazione scegliendo di conseguenza l’Art Déco per manifestare il proprio impulso creativo, pur adattandolo alla sua esigenza sperimentatrice di inserire anche elementi materici nelle opere.

la contessa omaggio a tamara
1 La contessa (Omaggio a Tamara)

Ciò che colpisce della Fossati è lo sguardo nostalgico che rivolge al passato, quello degli anni Venti, un tempo in cui la semplicità era alla base dei rapporti umani e tutto sembrava essere più sereno, malgrado l’attitudine civettuola all’eleganza che però non sottometteva all’estetica tutta la scala di saldi valori che contraddistinguevano la vita quotidiana e la società dell’epoca.

delicate armonie
2 Delicate armonie

Le atmosfere narrate dalla Fossati appartengono a momenti di svago, a interazioni di complicità o di riflessione eppure sempre vissute con uno sguardo positivo, sereno, sorridente, tanto quanto lo è l’approccio dell’artista nei confronti di quel tempo lontano che quasi vorrebbe tornasse a essere presente.

i cappelli della nonna
3 I cappelli della nonna

L’opera I cappelli della nonna manifesta chiaramente la propensione dell’artista a mettere su tela i ricordi o i racconti degli avi, quelli che appartengono alla memoria comune e che non possono fare a meno di trasportare l’osservatore in una dimensione poetica e formale in cui prepararsi per uscire era sempre un’occasione per mostrarsi al meglio, per trasformare ogni giorno in un’occasione di esibire, attraverso la cura di sé, il rispetto per gli altri ma soprattutto per se stessi che in quei decenni si esprimeva anche attraverso l’abbigliamento. I colori sono tenui e solari, lo stile è lineare, così come da linee guida dell’Art Déco, e avvicinano le opere di Erna Fossati a quelle patinate delle illustrazioni per riviste, le stesse che avevano contribuito a decretare e a consacrare il successo della De Lemipcka.

seduzione
4 Seduzione

Nella tela Seduzione emerge una pacata sensualità, espressa in modo discreto eppure evidente dallo sguardo della donna, che sembra ripercorrere i racconti di Fitzgerald, quelli che riconducono al bel vivere, alle serate allegre e spensierate in cui tutto ciò che contava era trascorrere bei momenti; l’uomo è vestito in modo molto elegante, come richiesto da etichetta, e malgrado l’evidente epilogo di quell’inizio il suo atteggiamento è rispettoso, galante. Sembra emergere un lieve auspicio da parte della Fossati che si possa fare un leggero salto indietro nel tempo e ritrovare quel modo di interagire tra uomo e donna, quello che nell’epoca contemporanea è andato perduto e che invece porterebbe a recuperare un approccio differente, meno veloce, meno irrispettoso, più attento a una forma troppo spesso sottovalutata poiché considerata come inutile ma in realtà necessaria a tracciare una linea di riguardo nei confronti degli altri.

l'attesa
5 L’attesa

Nella tela L’attesa viene raccontato il dietro le quinte di uno spettacolo di ballo, illustrandone la piacevolezza e la tranquillità delle ballerine che, certe della propria preparazione, non lasciano trapelare alcuna ansia né agitazione, tutt’altro, grazie allo sguardo positivo dell’artista sembrano serene e pronte ad affrontare il palcoscenico come se si apprestassero a fare la cosa più naturale per loro; anche in quest’opera le tonalità sono solari e luminose, come se le sensazioni delle protagoniste si irradiassero nell’area circostante, quella che abitualmente rimane in ombra in virtù delle luci del palco. I colori sono mescolati al glitter per infondere alla tela maggiore luminosità, maggiore scintillio perché in fondo, sembra dire Erna Fossati, è sufficiente aggiungere un piccolo dettaglio, od osservare le cose da un’angolazione più giocosa per trasformare le emozioni in qualcosa di meraviglioso, anche quando si tratta di ciò che comunemente viene compiuto o distrattamente guardato.

angeli e demoni
6 Angeli e demoni

È questo approccio a emergere chiaro dalle opere di questa brava artista triestina, la capacità di trovare il lato bello, quello più piacevole, divertente, affascinante proprio in virtù della giocosità e del sorriso che pervade le sue tele; in lei tutto è luce, tutto è raffinatezza e gusto estetico, secondo quel manierismo che non smette di affascinare e che la colloca a pieno diritto nello stile Art Déco.

quattro ciaciole
7 Quattro ciacole

Nell’opera Quattro ciacole (chiacchiere), Erna Fossati illustra una Venezia degli anni Venti e due donne che si incontrano fermarsi a parlare piacevolmente, o forse spettegolare su persone conosciute, abitudine diffusa e da sempre appartenente all’essere umano di qualsiasi epoca, sottolineando così quanto tutto sommato ciò che cambia davvero è in fondo solo il contesto di contatto, quello di presenza allora e quello virtuale oggi, pur mantenendo la medesima inclinazione. L’opera dona all’osservatore una sensazione di tranquillità e di familiarità e al tempo stesso riesce a insinuare la sottile malinconia per un periodo in cui mancando tutto ciò che esiste nella contemporaneità, le persone sembravano essere più felici e appagate rispetto all’insoddisfatto e inquieto uomo moderno. Erna Fossati, formatasi da autodidatta, espone regolarmente nella sua città Trieste, ha partecipato a mostre collettive a Roma, Milano, Firenze, Palermo, Padova, Venezia, Bologna, Madrid, Barcellona e New York.

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