Poi “nel 2018 il governo Conte I decide di abolire quel redditometro dichiarando che avrebbe emanato un nuovo decreto ministeriale, più attento ai diritti del contribuente. Solo che questo decreto non è mai arrivato, col risultato che da 6 anni a questa parte l’amministrazione finanziaria non ha limiti nel suo potere di accertamento, che” senza quella norma è diventato “del tutto arbitrario. Noi ereditiamo questa situazione, abbastanza pericolosa, e per questo il Mef” aveva emesso un “decreto per fissare dei paletti, questo è quello che è accaduto”.
“Tutto il lavoro fatto finora con l’attuazione della riforma fiscale – ha concluso la premier – ruota attorno al tentativo di creare un fisco più giusto e comprensivo per le persone perbene, un fisco amico”.
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