Il nuovo romanzo distopico della serie fantapolitica ideata da Betta Zy

106

“Non siamo soli nell’universo e Chris Devemport lo sa bene. Di nuovo ad Altair, schierati con la milizia ariana, i suoi uomini si preparano ad affrontare il nemico comune nello scontro finale per fermare gli assassini di Isabelle Crawford”

betta zy copertinaTornano le avventure della Sesta Compagnia nel secondo romanzo della serie “Codice Redox”. La razza Ariana, tanto cercata da Adolf Hitler, secondo l’ipotesi dell’autrice, non solo vive da molto tempo in mezzo a noi ma con noi interagisce.

Prese le distanze dal Terzo Reich dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e siglato un accordo coi nuovi alleati, nel secondo romanzo della serie, ritroviamo gli Ariani al centro di un nuovo viaggio corale con personaggi vecchi e nuovi. Mentre a Windmill il bene e il male si capovolgono offrendo numerosi colpi di scena, continuano impietose e senza tregua le ricerche di Chris Devemport e della sua incredibile squadra, impegnati in una missione che li porterà da Altair, la città nascosta in Antartide sotto la base tedesca 211, fino in Brasile, a caccia dei ribelli Ariani.

Sconcertanti scoperte ridisegnano il confine che separa i due popoli, tra l’incubo di un passato che ritorna e un futuro distopico dove la genetica umana viene riscritta. Con “Codice Redox Progetto Rebirth”, Betta Zy si conferma autrice di romanzi appassionanti e avvincenti, in un genere narrativo a metà strada tra la fantapolitica e l’epica dove, tra azione e riflessione, l’ucronia si tinge di filantropia con sfumature distopiche.

Betta Zy ci ha gentilmente concesso un’intervista.

È uscito il secondo romanzo della serie “Codice Redox”, di che cosa si tratta?

E’ il seguito del primo volume della serie “Codice Redox” intitolato “La Sesta Compagnia”. In sostanza, si chiuderà l’avventura iniziata nella prima storia che ha dato vita alla Sesta Compagnia Redox e ne inizierà una nuova, che vedrà delinearsi una nuova situazione.

Cosa vuole trasmettere ai lettori con questo volume?

Ciò che ho trasmesso anche nel primo romanzo; dubbi, domande alle quali il lettore può rispondere come preferisce. Ma soprattutto voglio raccontare storie che trovano o possono trovare un riscontro nella realtà.

Il suo genere narrativo è a metà strada tra la fantapolitica e l’epica, come nasce questo suo tipo di scrittura?

Nasce sicuramente dall’ucronia per quanto riguarda il primo romanzo e dalla distopia per il secondo. Non sono generi che ho scelto. Il primo romanzo è diventato un ucronico in corso d’opera. Essendo che la seconda storia è il continuo della prima e si svolge in un anno che va dal 2017 al 2018 circa, è diventato giocoforza un romanzo distopico.