ROMA – “Non voglio far cadere il governo, anche se su alcuni temi è deludente e mi riferisco per esempio agli sbarchi. E pensare che io ho trascorso giornate intere in tribunale per averne tenuti fuori un centinaio ”. Lo dice il leader della Lega, Matteo Salvini, al Corriere della Sera dopo l’incontro di ieri con il premier Draghi su fisco e catasto.
“La novità importante è che c’è la disponibilità del governo a cambiare il testo. Se ci fossimo seduti e ci avessero detto di prendere atto che il testo è immodificabile, sarebbe stato molto diverso. E invece, insieme a tutto il centrodestra di governo, abbiamo ascoltato parole diverse – spiega – Ci lavoreremo a Pasqua e a Pasquetta, ma contiamo di portare l’esecutivo su posizioni condivise di equilibrio”.
E sul catasto “tutti siamo d’accordo sulla necessità di far emergere il sommerso del mercato immobiliare, che è stimato tra il milione e il milione e mezzo di casi. Ma abbiamo chiarito che un conto è far emergere il sommerso, un altro l’applicare i valori di mercato agli estimi catastali che farebbero scattare gli aumenti”. E si è parlato anche di cartelle esattoriali, su cui Draghi “mi è sembrato interessato”: “Speriamo di riaprire i termini della rottamazione ter e di fare una rottamazione quater per gli anni 2019 e 2020”.
Sul tema della guerra, invece, Salvini spiega di essere “seccato” dalle accuse di ambiguità: “Tutti hanno avuto rapporti di lavoro e magari amicizia con un’ampia gamma di leader e paesi, non sempre solidamente democratici. Io sostengo che bisogna fare tutto il possibile per fermare la guerra. In Europa qualche segnale positivo esiste, ma altrove qualcuno alza i toni. Nei confronti dell’Ucraina c’è un’aggressione, non si discute ed è un fatto di una gravità assoluta. Il che non significa che dobbiamo dichiarare guerra al popolo russo. Ma comunque, abbiamo un’altra occasione per mettere alla prova certi partiti”.