Fallito in Turchia il primo round tra i Ministri degli Esteri russo e ucraino, il governo di Erdogan resta crocevia di trattative. Adesso potrebbe essere il turno di Xi Jinping che ha detto: la Cina è pronta a mediare. E Washington è d’accordo con questa mediazione? O teme che la Cina possa diventare troppo forte? Intanto il rublo è in caduta libera e l’impatto della guerra ha scatenato un effetto domino anche a casa nostra. L’economia italiana, che dopo la pandemia era ripartita è di nuovo in sofferenza. Riccardo Iacona ne parlerà con i suoi ospiti in studio e in collegamento.
PresaDiretta prova a raccontare la guerra in Ucraina sullo scacchiere della geopolitica, tra interessi politici ed economici. Sullo sfondo della guerra fredda che da anni contrappone Usa e Cina c’è il faraonico progetto cinese che dovrebbe far rivivere l’antica “via della seta” collegando l’Asia, l’Europa e l’Africa con investimenti in ogni settore e che coinvolge 139 paesi, tra cui l’Italia.
L’attacco militare russo contro l’Ucraina e le sanzioni internazionali sono un ostacolo alla realizzazione di questo progetto e adesso Pechino, alleato della Russia, sembra pronta a mettere il suo peso nelle trattative per arrivare alla pace. Ma come reagiranno gli Stati Uniti? E l’Europa che con la Cina ha molte relazioni economiche, riuscirà a mantenere l’armonia con l’alleato americano? E da noi, come è andata a finire con il Memorandum italiano sulla “via della seta”?
E poi la grande frenata dell’economia italiana a causa della guerra. Il costo dell’energia alle stelle ha mandato in crisi intere filiere produttive; l’export dei settori che avevano la Russia come cliente privilegiato si è fermato; le categorie più colpite sono in agitazione; le scorte di grano sono a rischio, aumentano i costi al consumo per tutta la filiera alimentare. Quanto ci costerà la guerra in Ucraina? E nelle aree del mondo già povere, quando arriverà il contraccolpo?
E poi le criptovalute, in che modo possono aiutare la Russia a sfuggire alla morsa delle sanzioni? Infine le armi e le strategie militari, PresaDiretta è andata in Estonia il confine europeo dove le forze della Nato sono più vicine alla Russia, un Paese che si sente già in guerra.
L'Opinionista® © 2008-2023 Giornale Online
Testata Reg. Trib. di Pescara n.08/08 dell'11/04/08 - Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009 - p.iva 01873660680
Pubblicità e servizi - Collaborazioni - Contatti - Redazione - Network -
Notizie del giorno -
Partners - App - RSS - Privacy Policy - Cookie Policy
SOCIAL: Facebook - Twitter - Instagram - LinkedIN - Youtube