Show di Trump a Orlando: ‘Un disastro il primo mese di Biden’

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ORLANDO – “Mi siete mancati…”. Ad Orlando va in scena il Donald Trump show. Inevitabile che l’annuale Conferenza dei conservatori americani (Cpac) si trasformi in uno degli spettacoli a cui l’ex presidente americano ha abituato per anni, con una presenza travolgente sul palco e un tifo da stadio al grido di ‘Usa! Usa!’. Uno spettacolo ben studiato, stavolta per marcare il ritorno sulla scena pubblica, la prima volta da quando ha lasciato la Casa Bianca. E il messaggio preparato con accuratezza nelle lunghe giornate a Mar-a-Lago è chiaro: “Joe Biden e’ un disastro, il suo primo mese e’ stato terribile. E potrei ricandidarmi. Il nostro viaggio è lungi dall’essere terminato”. E poi ancora: “Nessun nuovo partito! E’ una fake news, vogliono solo dividerci”.

I vertici del partito repubblicano sono avvertiti. Così come sono avvertiti i democratici: “Ho vinto io”, è il mantra di Trump, lungi dall’abbandonare la tesi delle elezioni rubate e dal rinnegare le sue parole prima dell’assalto al Congresso del 6 gennaio. “Queste elezioni sono state truccate, hanno cambiato l’esito del voto. E’ una vergogna. Gli abusi del 2020 non devono accadere mai più, non dobbiamo piu’ permetterlo”, ha attaccato. La gran parte della platea del Cpac ha già salutato con diverse ovazioni in questi giorni le tesi complottiste, come quella secondo cui tra i rivoltosi del 6 gennaio scorso c’erano anche antifascisti e attivisti del movimento Black Lives Matter. Quasi ignorate intanto le precauzioni anti-Covid, con fischi e buu rivolti ad Anthony Fauci e la parola ‘freedom’ scandita in sala ogni qual volta dagli altoparlanti arrivava l’invito ad indossare le mascherine.

Quando il tycoon sale sul palco (il cui design ricorda a molti una runa usata da divisioni delle SS naziste) appare rilassato, abbronzato, persino un po’ dimagrito, sicuramente emozionato dalla standing ovation che lo accoglie. I suoi pasdaran nei giorni precedenti hanno scaldato i motori, preparato il terreno per il rientro. E i repubblicani appaiono ancora una volta ai suoi piedi. Secondo un ultimo sondaggio, il 59% lo vuole ancora leader e il 54% afferma che lo voterebbe comunque se si candidasse nel 2024. Tutto confermato dal tradizionale ‘straw poll’, il sondaggio informale che chiude la kermesse, col 55% dei presenti che lo vorrebbe candidato, e un tasso di gradimento al 97%. Distaccato l’astro nascente del partito, il suo alleato Ron De Santis, governatore della Florida.

Tutti i probabili candidati alle primarie repubblicane sanno che se lui scenderà in campo non ce ne sarà per nessuno. Abbandonata l’idea di creare un terzo partito (almeno per il momento) Trump si concentra dunque nel cementare i repubblicani attorno alla sua figura, indicando intanto un obiettivo più ravvicinato rispetto alle presidenziali: le elezioni di metà mandato nel 2022, in cui i repubblicani possono riconquistare la maggioranza al Senato rendendo Biden una ‘lame duck’, un’anatra zoppa. “Combatteremo contro l’assalto del socialismo ai noStri valori”, afferma Trump, già da tempo al lavoro per lanciare la sua New America First Agenda, quella che dovrà essere la piattaforma dei repubblicani che vorranno il suo appoggio: “Con Biden siete passati dall’America First all’America Last”.