Ci sono libri che nascono da un’idea, altri da un bisogno creativo. E poi ci sono opere come “Sotto la neve, pane” di Gabriella Romolini e Maria Giorgini, che nascono da un gesto d’amore e da un desiderio profondo di conservare la memoria familiare.
Pubblicato da Edizioni Albatros, questo libro si sviluppa come una lunga conversazione tra Gabriella e la madre ultranovantenne Maria, durante il periodo della quarantena. Un dialogo intimo che si trasforma in un racconto corale capace di far risuonare nel lettore le voci di un’intera comunità toscana.
Il libro non segue una struttura narrativa lineare, ma si compone di una serie di episodi, ricordi e aneddoti che spaziano dalla vita contadina alla Seconda Guerra Mondiale, dalle tradizioni culinarie toscane fino agli incontri più surreali, come l’avvistamento di un’astronave nel prato del Cicaleto. Attraverso queste storie, Gabriella e Maria ci conducono in un viaggio nel tempo, tra le colline di Raggiolo e le strade di Fiesole, restituendoci la semplicità e la profondità di una vita vissuta a stretto contatto con la terra e la famiglia.
Il linguaggio di Gabriella Romolini è essenziale e diretto, ma allo stesso tempo carico di emozione. L’uso di espressioni dialettali e proverbi toscani conferisce autenticità al racconto, mentre la struttura a episodi permette al lettore di immergersi nei ricordi senza mai perdere il filo della narrazione. Lo stile ricorda quello di autori come Mario Rigoni Stern o Carlo Cassola, capaci di raccontare la vita semplice con una profondità straordinaria.
Al centro del libro vi è il tema della memoria, intesa non solo come ricordo personale, ma come patrimonio collettivo da custodire e tramandare.
“Sotto la neve, pane” è un’opera che celebra l’importanza delle radici, del legame familiare e della comunità. È anche un tributo alla resilienza femminile, incarnata dalla figura di Maria, che ha affrontato la guerra, la povertà e le difficoltà della vita contadina con forza e dignità.
Le descrizioni dei luoghi sono uno degli aspetti più suggestivi del libro. Le colline di Raggiolo, il mulino di Casa Morino, i campi di castagne e le viuzze di Fiesole diventano scenari vividi e tangibili, in cui il lettore può quasi percepire l’odore del pane appena sfornato e il calore del fuoco acceso nelle fredde serate invernali. Un mondo sempre più frenetico e digitale, dove la memoria rischia di svanire sotto il peso del presente, “Sotto la neve, pane” ci ricorda l’importanza di fermarsi, ascoltare e riscoprire le storie dei nostri anziani. È un’opera che ci invita a custodire le tradizioni e a valorizzare la semplicità della vita quotidiana. Anche per quiesto motivo, “Sotto la neve, pane” di Gabriella Romolini e Maria Giorgini è un libro che tocca l’anima e lascia nel lettore una dolce malinconia. È un’opera che merita di essere letta e condivisa, non solo per la bellezza della scrittura, ma per il messaggio profondo che trasmette: la memoria è il pane che ci nutre, anche quando la neve del tempo tenta di coprirla. Con uno stile autentico e coinvolgente, le autrici riescono a restituire al lettore un pezzo di storia e di umanità che oggi più che mai abbiamo bisogno di riscoprire.
Le protagoniste: due voci, un solo cuore
Gabriella Romolini, nata a Fiesole nel 1954, ha sempre amato la scrittura, ma è solo con “Sotto la neve, pane” che ha trovato il coraggio di condividere il proprio talento con il pubblico. La madre, Maria Giorgini, è la vera anima del libro: con la sua voce autentica e la sua saggezza popolare, racconta storie di vita quotidiana, di sacrificio e di gioia semplice, offrendo uno spaccato vivido e commovente della Toscana rurale del Novecento.
SCHEDA DEL LIBRO
Titolo dell’opera: Sotto la neve, pane
Autrici: Gabriella Romolini e Maria Giorgini
Genere: Autobiografia, racconti
Editore: Edizioni Albatros
Link al romanzo: https://www.amazon.it/Sotto-neve-pane-lunga-chiacchierata/dp/8830627135