Brunetta ha ricordato che il Festival dei due mondi è “nato nel 1958 con l’intento di unire due culture artistiche del tutto differenti, quella europea e quella americana. Mai come oggi, con una guerra ottocentesca che infuria in Europa e con il ritorno dei blocchi contrapposti che pensavamo di aver archiviato come un oscuro incidente della storia, il Festival assume importanza come veicolo di un messaggio di pace attraverso l’arte”.
E ha aggiunto: “Oggi chi ha una Rete ha un tesoro, ha un potenziale di cultura, di sensibilità, di visione del mondo. E se tutte le Reti, tutte le fondazioni italiane, tutti i fruitori, tutti gli spettatori, tutti gli “amici” dei Festival unissero le loro forze, il Paese avrebbe una ulteriore capacità di influenza a livello internazionale. Una potenza che diventerebbe essa stessa un’operazione culturale”.
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