ROMA – Lombardia, Puglia e Calabria sono le Regioni italiane più ‘virtuose’ nella spesa per telefonia mobile. Tre Regioni che si aggiudicano il rating complessivo AAA nella speciale classifica elaborata per l’Adnkronos dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica italiana, nell’ambito del progetto ‘Pitagora’, che prende in esame i costi sostenuti nel 2021 da Regioni e capoluoghi di Provincia. In particolare, per questa voce di costo, nel 2021 la Lombardia ha speso 81.645,90 euro, la Puglia 12.207,86 e la Calabria 13.265,45.
Ad essere ‘promosse’ per la spesa in telefonia mobile, con un rating complessivo da A a AA, sono anche Basilicata, Liguria e Lazio che, con un importo rispettivamente di 12.207,30, 28.360,13 e 60.109,32 euro, si aggiudicano la doppia AA, e poi, con la A singola, Abruzzo (33.762,32), Marche (50.790,48) e Campania (169.451,35). Tra le Regioni con performance ‘intermedie’ figurano, invece: con BBB il Molise (10.426,44 euro); con BB Veneto (241.557,70) e Sicilia (273.262,53); con B Emilia-Romagna (352.199,82). Mentre risultano non comparabili per questa voce i dati di Trentino Alto Adige, Sardegna, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia.
Umbria e Piemonte sono le Regioni meno efficienti nelle spese sostenute per la telefonia mobile. Sono le uniche due a ricevere la ‘C’, il rating peggiore assegnato dalla speciale classifica. Nello specifico, per questa voce, nel 2021 l’Umbria ha speso 163.094,18 euro. Una cifra moltiplicatasi rispetto al 2020, quando si era fermata a 28.872,07 euro, e comunque superiore anche rispetto al 2018 (100.518,83) e 2019 (132.304,21). Quanto al Piemonte, nel 2021 per i telefonini ha speso 627.002,74 euro. Un importo più elevato rispetto ai tre anni precedenti: era nel 2018 pari a 574.768,68, nel 2019 555.950,01, nel 2020 503.814,75.
Dodici i capoluoghi di provincia italiani ‘promossi’ con la tripla AAA nella gestione della spesa per la telefonia mobile. A risultare più ‘virtuosi’ per questa voce di costi dell’ente, ottenendo così il massimo rating, sono Arezzo, che ha speso solo 695,00 euro, seguito da Isernia con 995,25, e poi: Agrigento (1.301,37), Rieti (1.423,93), Viterbo (1.447,02), Massa (1.628,34), Imperia (3.170,99), Taranto (5.533,66), Parma (6.402,57), Napoli (6.518,39), Reggio Calabria (10.000,00), Roma (19.920,00).
Ancora più folto il gruppo di città che risultano fra le più virtuose per questa voce di spesa, ottenendo la doppia AA: Catania, La Spezia, Padova, Nuoro, Fermo, Belluno, Asti, Cuneo, Caserta, Piacenza, Andria, Gorizia, Brindisi, Verona, Crotone, Bari, Terni, Alessandria, Potenza, Pordenone, Catanzaro. Ma anche il gruppo che si è aggiudicato la A: Aosta, Cosenza, Rovigo, Sondrio, Pistoia, Modena, Ancona, Siena, Como, Reggio Emilia, Savona, Vercelli, Forlì, Salerno, Verbania, Ferrara, Torino, Mantova, Siracusa.
Firenze, Barletta, Bergamo, Enna, Ravenna, Genova, Pisa e Sassari sono gli otto capoluoghi di provincia meno ‘efficienti’ nelle spese per telefonia mobile. Tanto da meritare il rating C, il più basso nella speciale classifica. Ma a quanto ammontano le spese sostenute per questa voce in questi enti nel 2021? Analizzando la classifica, si scopre che Genova ha speso ben 493.491,02 euro, seguita da Firenze con 230.620,62, Sassari con 212.284,85, e Ravenna con 130.234,40. Poi, a distanza: Bergamo (78.346,22), Pisa (77.860,41), Barletta (57.031,83), Enna (22.103,28).