Tomasini (Inail): ‘Con la pandemia soluzioni che non si sarebbero mai messe in moto’

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ROMA – Prima della pandemia sullo smart working “eravamo partiti con delle sperimentazioni qualche mese prima, dal punto di vista di strumenti e postazioni, ma con il coinvolgimento solo di 5 strutture e di 350 persone. Poi c’è stata una grandissima accelerazione e occasione. La pandemia ha messo in moto la tanta voglia di individuare delle soluzioni che in altri tempi non sarebbero mai state messe in moto”.

Così Stefano Tomasini, direttore centrale – direzione centrale per l’organizzazione digitale Inail – Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, intervenendo al Phygital Talk ‘IT & Future of Work’ nel corso della seconda edizione del ‘Forum Information Technology’, l’appuntamento dedicato all’It e alla sicurezza informatica promosso da Comunicazione Italiana, con Adnkronos in qualità di Main Media Partner, in corso presso il Palazzo dell’Informazione a Roma e in Live streaming su comunicazioneitaliana.TV.

E Tomasini ha ricordato che “siamo 9mila dipendenti all’interno di Inail, con famiglie professionali molto diverse tra loro e la semplicità e l’integrazione degli strumenti è l’elemento base per connettere questa differente popolazione. Tutti sono stati messi in condizione di connettersi e collaborare con l’azienda ma vanno introdotti anche meccanismi comportamentali”, ha concluso.