Toti: “La Liguria non è più governata dai Signori del No”

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GENOVA – “Immaginatevi una Liguria governata dai Signori del No… anzi, non serve immaginare, l’avete già visto per tanti anni. Chi fa può sempre sbagliare, chi non fa sbaglia sempre”. Così il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti (foto), interviene sui social all’indomani delle proteste di piazza organizzate a Savona e Genova contro lo spostamento del rigassificatore da Piombino a Vado Ligure e contro la costruzione della funivia dei forti.

“C’è sempre chi si oppone a un’opera, a un cantiere, a un’infrastruttura. E c’è sempre un pretesto da accampare per giustificare la propria contrarietà. Ma c’è sempre, ed è più forte, la volontà di chi vuole costruire un futuro migliore per sé e per le generazioni che verranno – sottolinea Toti – C’è chi da anni si assume la responsabilità di fare le cose per modernizzare la nostra Liguria. C’è chi da tempo si assume la responsabilità di realizzare opere che la Liguria aspetta da decenni. E c’è chi quelle opere non le ha mai fatte e oggi strumentalizza ogni dubbio e ogni paura pensando di ricavarne consensi, pensando di rigenerare una classe dirigente che dell’immobilismo, della paura del futuro, dell’incapacità di scegliere ha sempre fatto la sua bandiera”.

E ancora: “Non è un dibattito tra destra e sinistra – sostiene il presidente della Regione Liguria – È la contrapposizione tra chi crede nel futuro e nella crescita e chi ha nostalgia di un passato senza futuro. È la Liguria del no che si oppone alla Liguria del sì. No a tutto. Vi ricordate: c’era chi non avrebbe voluto abbattere con l’esplosivo i resti del Ponte Morandi. Oggi, se gli avessimo dato ascolto, saremmo ancora lì a smontare quelle macerie, invece di avere un viadotto nuovo costruito in tempo record. E oggi come allora: no alla nuova Diga, no allo skytram di Genova, no a nuovi treni e strade, no al gas, no al masterplan dell’isola di Palmaria, no agli impianti per i rifiuti, no ai depuratori delle acque, no alla funicolare e alla rigenerazione dei forti di Genova. Meglio rovi e rovine”.