Dadone: “Pa e realtà private hanno già dimostrato di saper coniugare smart working e performance lavorativa”

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ROMA – “Ho fatto parte del Governo che per primo ha dovuto fronteggiare la pandemia in Italia e ho fatto parte del primo Esecutivo che decise, circa un anno fa, sulla necessità di coniugare sicurezza, prevenzione e tutela dell’economia. E ce l’abbiamo fatta. Si tratta di un obiettivo ambizioso, non facile da raggiungere e questo Governo lo sta perseguendo con ogni sforzo, cercando di garantire l’equilibrio tra sicurezza ed economia. Ma il punto non è pensare che l’una non possa convivere con l’altra. Per questo fatico a comprendere l’ideologia che contrasta lo smart working laddove nel lavoro è possibile, così come sarebbe incomprensibile impuntarsi nel non applicare ogni misura utile ad arginare una situazione che non può più ammettere esitazioni”.

Lo afferma la ministra delle politiche giovanili Fabiana Dadone, ex titolare del dicastero della pubblica amministrazione. “Non basta – aggiunge – trincerarsi dietro la mera “concessione” di ampia flessibilità data dalle disposizioni di legge ad ogni amministrazione di ricorrere a questa modalità organizzativa. La PA, per non parlare delle realtà private, ha già dato dimostrazione di saper coniugare il lavoro agile con la performance lavorativa. Sostenere che l’economia non possa girare con un pubblica amministrazione in lavoro agile significa mentire sapendo di mentire. Fare di tutto per disincentivarne il ricorso non ha alcun senso, tanto più in questo delicato momento storico”.

E conclude: “L’Italia è stato il Paese capofila nel mondo nel 2020, abbiamo reagito con precisione e tempestività. Il mondo del lavoro pubblico e quello privato hanno fatto un salto in avanti e con essi il sistema di organizzazione della vita privata. Siamo distanti anni luce da quelle prime timide disposizioni che parlavano di “conciliazione tra lavoro e vita privata”… L’Europa ci ha seguito. Oggi Paesi come la Francia stanno puntando sullo smart working per contenere la corsa del Covid, l’Italia cosa farà? Tornerà capofila avendo già un ampio bagaglio esperienziale o resterà al fondo a guardare?”.