ROMA – “Oggi in Spagna aumenta il salario minimo del 5%, da 1.080 a 1.134 euro, migliorando le condizioni di vita delle persone e riducendo le disuguaglianze. Dal 2018 – quando i socialisti hanno dovuto accettare un governo di coalizione con comunisti e Podemos – il salario minimo è aumentato del 54%. “Con grande rammarico dei catastrofisti di destra, non solo non sono stati distrutti posti di lavoro, ma la disoccupazione è diminuita”, dichiarano nostri compagni di Izquierda Unida e Sumar. Purtroppo in Italia abbiamo avuto un centrosinistra che invece di introdurre salario minimo ha fatto pessime riforme contro la classe lavoratrice aprendo la strada a un governo di estrema destra. Dove c’è una forte sinistra radicale la deriva di destra è stata contrastata dando risposte alle classi popolari”.
Così Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare. “Il governo Meloni fa muro contro il salario minimo perchè è dalla parte di chi vuole continuare a pagare salari da fame”, aggiunge. “La ministra Calderone cerca scuse parlando di altro perchè non ci sono argomenti solidi a difesa della posizione del governo. Ricordiamo che a dicembre abbiamo depositato la nostra proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione di un salario minimo di 10 euro, indicizzato all’inflazione, senza oneri per lo stato. I partiti dell’opposizione parlamentare dovrebbero sostenere una proposta sottoscritta da 70.000 cittadine/i”.
E conclude: “Come Partito della Rifondazione Comunista e Unione Popolare chiediamo che in Senato, dove abbiamo depositato le firme, si riapra il confronto. Basta con il lavoro povero! I salari da fame sono contro l’articolo 36 della Costituzione e dovrebbe essere impegno di tutte le forze politiche attuarla”.