Acerbo (Prc): “Sangiuliano non ha detto una parola di condanna sul fascismo di Gentile”

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Maurizio Acerbo

ROMA – “Il ministro Sangiuliano non ha detto neanche una parola sul ruolo svolto da Giovanni Gentile come ideologo e sostenitore del fascismo mentre ha ovviamente riproposto la condanna dell’azione partigiana. E’ evidente che il francobollo è l’ennesima operazione di revisionismo storico e di riscrittura della memoria nazionale. Sull’esecuzione di Gentile si è discusso per decenni ma una verità va ribadita: Bruno Fanciullacci e i partigiani dei GAP che decisero e eseguirono l’azione erano degli eroi che combattevano per una causa giusta mentre Gentile era un sostenitore del fascismo alleato delle SS”. Così Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.

“Fanciullacci, dopo aver conosciuto le sofferenze di un trattamento disumano nelle galere fasciste, dopo aver subito orribili torture e sevizie, morì a soli 25 anni da eroe decorato con la medaglia d’oro dopo la Liberazione”, aggiunge Acerbo. “Le circostanze della morte non rendono Gentile un personaggio positivo e un esempio per i giovani. Studiamolo come non hanno mai mancato di fare i marxisti in Italia ma senza dimenticare le sue gravi responsabilità. Su quelle ani bisognerebbe riflettere per capire come il mostro nazifascista sia emerso dal ventre della borghesia europea del Novecento. L’esecuzione di Gentile fu il prodotto della guerra voluta dal fascismo. Mai più guerra, mai più fascismo!”, conclude Acerbo.