Acqua plastic-free, la borraccia non basta

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MILANO – Da pratico accessorio a simbolo della lotta per la sostenibilità ambientale: in breve tempo, la borraccia per l’acqua si è trasformata in vero “must have” del cittadino moderno, tanto da fare la sua comparsa anche nelle sfilate di moda e sui red carpet come nuovo accessorio personale del moderno lifestyle. Un fenomeno che racconta come anche gli italiani siano sempre più attenti a un consumo consapevole, plastic-free e rispettoso del pianeta.

Ad abbracciare le nuove abitudini, non solo i più giovani ma anche le aziende e le istituzioni: in ufficio e in molte scuole è sempre più diffusa la distribuzione di borracce per dipendenti e studenti con l’obiettivo di mettere al bando le bottiglie di plastica. Una pratica virtuosa che, come una vera e propria onda green, coinvolge tutte le generazioni a tutti i livelli della società, mosse dalla volontà di cambiare stili di consumo divenuti insostenibili.

BORRACCIA: MA COME LA RIEMPIO?

Se fino ad oggi gli italiani si sono posizionati al primo posto in Europa e secondi nel mondo per consumo di acqua in bottiglia, ora anche nel nostro Paese si manifestano segnali concreti di un cambio di mentalità epocale favorevole al consumo della cosiddetta “acqua del sindaco”.

Le grandi scorte di bottiglie d’acqua confezionata in plastica, che prima erano una presenza indiscussa nel carrello della spesa per il radicato timore della salubrità dell’acqua del rubinetto, stanno diventando oggi per molti un “acquisto problematico”, che genera non pochi sensi di colpa.

Cresce dunque l’interesse per le alternative in grado di garantire la giusta coerenza rispetto alla volontà di ridurre l’impatto ambientale. In questo contesto riscontrano oggi un favore sempre crescente i sistemi per la filtrazione dell’acqua al punto d’uso come quelli proposti da Culligan, la soluzione più efficace e moderna per coniugare tutela ambientale, salute, igiene, qualità e, non ultimo, risparmio economico.