ROMA – “Il modello di sviluppo dell’Unione Europea, impostato dalla Germania, con una continua ricerca della competitività realizzata comprimendo le retribuzioni dei lavoratori, è collassato. Ed è collassata, come era prevedibile, per una risposta molto secca degli stati Uniti, che si sono visti rovesciare sul loro mercato tutto il surplus di produzione, in particolare tedesco, che il mercato interno colpito dall’austerità, cioè appunto da quei tagli di salari per diventare competitivi, non poteva più assorbire”. Lo ha affermato l’economista e deputato della Lega, Alberto Bagnai, nel corso della trasmissione radiofonica “Giù la maschera” (Radio 1 Rai), condotta da Marcello Foa e dedicata al tema “Economia italiana: più luci che ombre?”.
“Si è parlato del taglio dei salari e della svalutazione del salario come alternativa alla svalutazione della moneta”, ha proseguito Bagnai, “Questo però non può essere definito un errore. E’ importante che Draghi oggi lo ammetta. Draghi che è né è stato uno dei propugnatori e uno dei cantori. Non è un errore: è una conseguenza ovvia dell’essere entrati in una unione monetaria, che ha precluso nei rapporti tra Stati membri l’uso della leva dell’aggiustamento monetario scaricando tutto l’aggiustamento sui salari. Sicuramente l’unione monetaria ha avuto e ha tuttora anche dei vantaggi. Ma come al solito è stata fatta, di questa e altre cose, una narrazione totalmente unilaterale che ha parlato solo dei vantaggi, e non ci ha preparato a gestire gli svantaggi. Lo svantaggio annunciato era la distruzione del mercato interno”.
Bagnai ha poi spiegato che questo ha poi portato all’avvento “di regimi conservatori, di destra, di qualcosa di diverso dalla parte socialdemocratica che aveva gestito l’Europa fino adesso, che offre ai mercati la cosa che più loro più tengono: la stabilità politica. I mercati sono i creditori e chi fa credito si affida a una controparte, che tutto vogliono tranne che incertezza e instabilità”.
Per Bagnai “se si vuole una soluzione democratica bisognerebbe dare una visione equilibrata e informata di quello che sta succedendo. Nel mio blog, pochi giorni fa, ho fatto i conti, citando le fonti e i dati Istat, e si vede che tutta questa improvvisa scoperta del fatto che in Italia il lavoro sarebbe povero, è semplicemente una tattica strumentale della sinistra, che ci vuol fare dimenticare i salari gli ha tagliati lei. Il Governo Meloni è quello che finora ha realizzato il tasso di crescita più rapido dei salari reali su base trimestrale. Voi mi direte che non è stato recuperato lo shock inflazionistico dell’8% che c’è stato a causa della crisi energetica. Certo non è stato recuperato, ma ne è stata recuperata metà in un anno e mezzo, e scusate se è poco. Quando invece la sinistra gli shock li provocava, tagliando i salari e basta, la stampa muta. Nel quadro dato mi sembra che l’Italia stia facendo quello c’è da fare. Tre anni e tre finanziarie che questo Governo riesce ad articolare una legge di bilancio basata sulla promozione della domanda interna. Speriamo si continui su questa strada”.