Bollo auto, il gettito resta tutto alle Regioni

59

auto parcheggiateROMA – Le somme del bollo auto riscosse dalle Regioni rimarranno tutte a queste “al fine di incentivare gli investimenti delle Regioni sui propri territori”. E’ quanto prevede un emendamento bipartisan al dl Milleproroghe approvato dalle Commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera. L’emendamento fa proprio un accordo già sottoscritto in sede di Conferenza Stato-Regioni e modifica l’attuale normativa che risale alla finanziaria del 2007, in base alla quale parte del gettito finiva nelle casse dello Stato.

Il decreto Milleproroghe, trasformato alla Camera in una legge di Bilancio bis, è stato approvato dalle Commissioni Bilancio e Affari costituzionali, che hanno inserito nel testo una girandola di emendamenti, per la maggior parte micro-settoriale, ma con alcune importanti novità, tra cui l’anticipo della fine del mercato tutelato dell’energia per le imprese a fine 2020. Confermata invece la norma che pone le premesse alla revoca della concessione ad Aspi, ultimo nodo di scontro tra Iv e il resto della maggioranza.

Nella confusione delle votazioni M5S ha dato il via libera a un emendamento sulle agenzie di stampa, salvo protestare dopo l’approvazione. Il decreto andrà in Aula a partire da lunedì. Dopo aver accantonato per giorni molti emendamenti su cui ci sono state fatte trattative per far quadrare i conti, le Commissioni hanno proceduto in questo modo anche nella seduta della mattina, salvo iniziare a votarli quasi a raffica nel pomeriggio, saltando da uno all’altro dei 43 articoli del decreto.

Nella confusione dei temi trattati è passato così un emendamento inviso al M5S, che però ha dato il proprio consenso: si tratta della proroga al 2020 della Convenzione tra Palazzo Chigi e le agenzie di stampa, nonché una identica proroga della cassa integrazione straordinaria per i giornalisti delle agenzie di stampa nazionali che si trovano in tale situazione. Inutili le successive proteste. In questo clima sono stati approvati molti emendamenti localistici o micro-settoriali che non possono più essere inseriti nella legge di Bilancio, dopo la riforma della Contabilità pubblica del 2017: dai fondi per Materia, alla ferrovia Bari-Bitritto; dall’autostrada Tirrenica, alla proroga della cedolare secca al 10% nei comuni sotto i 10mila abitanti; dal milione di euro per l’Atac di Roma per nuovi bus ecologici, alla stabilizzazione dei precari dell’Anpal.

Ma su altre norme importanti c’è stata una discussione più lineare che ha portato spesso a un voto bipartisan. Per esempio tutti i gruppi hanno votato per l’emendamento che riporta in capo alle Regioni l’intero gettito del bollo auto riscosse sul loro territorio: una norma che recepisce un accordo della Conferenza Stato-Regioni. Un’altra novità riguarda il mercato dell’energia elettrica: il mercato tutelato per le imprese terminerà nel 2020, mentre per le microimprese e gli utenti domestici il superamento rimane fissato al gennaio 2022.

Se il M5S ha incassato uno scacco sull’editoria, sulla scuola ha portato a casa una propria vittoria: è stato approvato un proprio emendamento, a cui teneva il ministro Lucia Azzolina, che stanzia 55 milioni nel triennio per l’assunzione di docenti nelle scuole secondarie di secondo grado, in modo tale da ridurre a 22 il numero degli alunni per classe (20 se è presente uno studente con grave disabilità). Confermata invece la norma che crea le premesse per la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia (prevede il subentro temporaneo di Anas fino a nuovo bando). Gli emendamenti di Iv e Fi sono stati respinti, con M5s, Pd e Leu compatti nel loro “no”.