ROMA – “Semplicemente non mi candido. Ho dato tanto alla politica e tanto ho ricevuto. Nessun rammarico e nessun rimpianto. Semmai un pò di dolore. E’ stato un mese di emozioni forti e decisioni difficili. Ho visto Forza Italia, che è stata la mia casa per quasi trent’anni, contribuire alla caduta di Draghi. Il governo più credibile, autorevole e serio, che poteva farci uscire da una situazione tragica che ha visto sommarsi pandemia, guerra, inflazione e uno spread minaccioso. Un atto incredibile e incomprensibile”.
E’ quanto dice il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, in un’intervista al Corriere della Sera. “Aprire una crisi che fa rischiare l’osso del collo all’Italia, come ha deciso Conte seguito da Salvini e Berlusconi, è un masochismo che mi angoscia – afferma – Il mio sogno era votare a fine legislatura, dopo una legge di Bilancio draghiana forte e strutturata. Ora abbiamo uno scenario distopico, il peggiore”.
La leadership del centrodestra ora sembra saldamente in mano a Giorgia Meloni: “È l’unica che ha una posizione coerente – continua Brunetta – Ha fatto un’opposizione dura, ma anche seria e si candida a governare. Non ho pregiudizi verso di lei, ma passare dalla credibilità di Draghi a un altro governo, che dovrà dimostrare di essere affidabile, è in sé un problema per il Paese”. Se Meloni vincesse e la chiamasse al governo? “Mica siamo in un film! Ma quando eravamo vicini di banco, durante il governo Berlusconi del 2008, parlavamo spesso. Ho un bel ricordo dei nostri colloqui, mi chiedeva consigli che io da professore davo ben volentieri. Glieli darei anche oggi, nello spirito repubblicano”.