Cambiamenti climatici, deforestazione in Amazzonia, transizione ecologica e scambi commerciali: sono alcuni dei punti discussi al G7 che si conclude oggi a Biarritz. Nel corso del summit, tra l’altro, l’aumento degli incendi in Amazzonia ha riportato l’attenzione sull’accordo di massima raggiunto a fine giugno tra la Commissione UE e i rappresentanti dei Paesi che aderiscono all’area Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay). In particolare, l’attenzione si è concentrata sul previsto aumento delle importazioni di carni bovine sul mercato dell’Unione, per un ammontare di 99mila tonnellate nell’arco di cinque anni a partire dalla data di entrata in vigore dell’accordo che non è ancora stata definita. In ambito europeo, lo schema di intesa dovrà ottenere il formale via libera da parte del Parlamento e del Consiglio.
La UE, fa notare Confagricoltura, già importa un quantitativo di carni bovine dai Paesi Mercosur di circa 200mila tonnellate l’anno, di cui 120 in arrivo dal Brasile. E’ anche prevista l’apertura di un contingente, pari a 180mila tonnellate, di importazioni a dazio zero di carni di pollo che andranno ad aggiungersi alle 400mila che già arrivano ogni anno dal Mercosur sul mercato Ue. I produttori europei saranno sottoposti a una pesante pressione competitiva, con possibili effetti in termini di riduzione dei prezzi.
“Il Brasile – evidenzia Giansanti – è anche il secondo fornitore di semi di soia del mercato europeo, con una percentuale di oltre il 20% sul totale delle importazioni. Al primo posto, gli Stati Uniti con più del 70%”.
Secondo i dati diffusi di recente dall’Isaa, il Servizio internazionale sulla commercializzazione dei prodotti agricoli biotecnologici, Stati Uniti e Brasile sono al primo e al secondo posto nella classifica dei cinque Paesi nei quali si concentra più del 90% delle colture Ogm a livello mondiale. Le coltivazioni di soia, sempre secondo l’Isaa, coprono da sole il 50% dell’intera superficie investita.
Lo scorso anno le superfici destinate alle colture Ogm si sono ridotte in ambito europeo (due soli Stati membri interessati, Spagna e Portogallo), ma sono invece aumentate a livello internazionale. La crescita complessiva è stata di 1,9 milioni di ettari, raggiungendo così un totale di oltre 191 milioni di ettari nel mondo.
“Tra le prime iniziative che chiederemo alla nuova Commissione, c’è il varo di un piano per l’aumento della produzione europea di proteine vegetali. Le nostre imprese agricole potranno giocare un ruolo di assoluto rilievo – sottolineato il presidente di Confagricoltura – Ridurre la dipendenza dalle importazioni è una questione di valenza strategica per l’agricoltura e per la zootecnia nell’Unione, tanto più nell’attuale fase di crisi del sistema multilaterale di regolazione degli scambi commerciali”.