Competenze digitali, l’accordo di WindTre per i lavori del futuro

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MILANO – II lockdown ha modificato il modo di lavorare, ma non solo. Le aziende sono alle prese con una vera e propria accelerazione digitale legata alle nuove competenze necessarie e al nuovo equilibrio ufficio-non-ufficio. “II lavoro che cambia – spiega sul Corriere della Sera Rossella Gangi (foto), direttrice Risorse umane di WindTre – ha bisogno di un dialogo continuo, che si è sviluppato in pieno lockdown ed ha caratterizzato anche il rapporto con le organizzazioni sindacali. L’accordo, precisa, servirà a gestire con anticipo gli impatti della trasformazione digitale, dal 5G all’automazione, dall’intelligenza artificiale alla virtualizzazione delle infrastrutture digitali.

L’intesa, che conferma l’approccio di responsabilità sociale, sottolinea la Gangi, è stata giudicata molto positivamente dalle stesse organizzazioni sindacali. Sono previste innovative misure per favorire il ricambio generazionale interno, continua la manager, attraverso esodi volontari, incentivati con meccanismi che rivalutano in modo incrementale l’anzianità aziendale e l’età anagrafica, o tramite il sostegno al pensionamento anticipato. Da un lato le uscite, dall’altro la riqualificazione legata all’evoluzione tecnologica.

Nuove competenze, dunque, in collaborazione con il Politecnico di Milano per tutto il personale: «L’obiettivo – chiarisce Gangi – è quello di non lasciare indietro nessuno e di abilitare tutti ad un utilizzo sempre più efficace degli strumenti. II punto è il grande cambiamento: sarà quindi necessario pianificare il lavoro del futuro, prevedendo i ruoli di cui l’azienda avrà bisogno nei prossimi 3-5 anni e identificando quelli più indicati per il reskilling perché messi in difficoltà dall’automazione e dall’intelligenza artificiale. Un altro punto centrale, continua, è la formazione dei leader. In una modalità di lavoro ibrido, spiega, in ufficio ma anche da remoto, avremo sempre più bisogno di leader empatici, che “buchino lo schermo” del computer, che sappiano ascoltare, comunicare. Sarà cruciale investire sul design degli uffici, spazi che favoriscano la relazione, lo scambio, un potere decisionale diffuso. Una sorta di agorà dove le persone possano ritrovarsi e coltivare quel senso di comunità che ci fa sentire umani”.